L’ex deputato di Forza Italia e i voti comprati dal boss di Carini: arrivano due condanne

 

 

Si sarebbero messi d’accordo per vendere un “pacchetto di voti”, raccolti tra Carini, Cinisi, Terrasini e Torretta, per 20 mila euro (poi scontati) al candidato alle Regionali del 25 settembre dell’anno scorso Salvatore Ferrigno, con un trascorso da deputato nazionale in Forza Italia e, in occasione di quella tornata elettorale, candidato con la lista dell’ex governatore Raffaele Lombardo, “Popolari e autonomisti Noi con la Sicilia”, che sosteneva l’attuale presidente Renato Schifani. Per questo il boss di Carini Giuseppe Lo Duca e Piera Loiacono, che avrebbe fatto da intermediaria nella trattativa, sono stati adesso condannati per voto di scambio politico-mafioso.

I due sono stati processati con il rito abbreviato dal gup Ermelinda Marfia, che ha inflitto 11 anni un mese e 10 giorni al mafioso e 6 anni e mezzo alla donna, accogliendo le richieste del procuratore aggiunto Paolo Guido e del sostituto Giovanni Antoci, che avevano coordinato l’inchiesta dei carabinieri. Ferrigno è stato invece rinviato a giudizio ed è sotto processo in tribunale con l’ordinario.

I tre furono arrestati due giorni prima dell’election day, il 23 settembre. Da 20 mila euro si sarebbe scesi a 5 mila e, alla fine, il candidato avrebbe consegnato in un bar mille euro a Loiacono, una settimana prima del voto, il 17 settembre. “Allora quello soldi non ne ha – spiegava l’imputata al boss dopo un incontro con Ferrigno – perché ha il conto in America, dice: ‘Non ho queste disponibilità. Siamo rimasti così: ‘Tu vedi quelli che puoi trovare'”. Parlava anche della trattativa a Lo Duca: “Però a tira e molla per quattro paesi lui può uscire 5 mila euro, non ne può uscire tanti perché lui si vuole fare l’intera operazione con quei soldi… A tempi di carestia, non ha soldi da parte”.