SPARATO IN TESTA CON UN PROIETTILE DI STATO

SBIRROMAFIA

Il 3 dicembre 2007 a Villarosa (EN), in un blitz della questura di Caltanissetta, ordinato dal procuratore Renato Di Natale, veniva ucciso il latitante gelese Daniele Emmanuello, in circostanze poco chiare, tanto da far dichiarare a Piero Grasso che si sarebbe fatta piena luce. L’episodio, invece, restò blindato. Nessun giornalista ha mai potuto descrivere i dettagli di quella notte. Nessuna perizia di parte. Nessun processo. Eppure, l’impressione a caldo di un cronista fu quella di paragonare l’accaduto a quello del blitz al bandito Giuliano. Ossia, una “rappresentazione cinematografica”. Sbirromafia riprese il fatto, trovando aderenze al sistema Montante. Scattarono immediate le rappresaglie. Tutte ad opera di uomini che hanno traccheggiato con Montante o con mafiosi. Bene, non mi tapperete la bocca. In questi giorni a Sbirromafia tocca essere ri-processata per aver CONDIVISO un link. Questa è la colpa, secondo la procura di Ragusa, quella stessa che impedì con le sue omissioni, di conoscere la verità sull’omicidio del Giornalista Giovanni Spampinato, la giustizia iblea che perseguitò lo scrittore Carlo Ruta, condannandolo per “stampa clandestina” a motivo di un BLOG, solo perseguito tra i tanti milioni che pubblicano ogni giorno. Ebbene, Sbirromafia ribadisce la propria tesi sul delitto Emmanuello, rivendicando il diritto costituzionale alla critica, Art. 21 della Costituzione. E non il codice Rocco del 1935. Libertà, Verità, Giustizia.