LA MAFIA NELLA STRATEGIA DI DEINDUSTRIALIZZAZIONE

Di Emilio Tringali. SBIRROMAFIA

Il bravo Crozza fa un elenco delle entità economiche di stato saccheggiate nel momento di massima distrazione dell’opinione pubblica a seguito degli attentati ai giudici Falcone e Borsellino, mentre la politica, aggredita da “mani pulite”, modificava le regole costituzionali, a cominciare dalla legge elettorale (col “Mattarellum”), aprendo al dominio dei potentati finanziari. Le trattative, quindi, non furono solo quelle relative all’apparato mafioso. La Lega, svuotata dai suoi elementi ideologici, diventa la leva della mediocre classe industriale italiana, che già nel 2003 viene corteggiata nel “piano Senn” (Meeting di Rimini – Cuffaro, Formigoni, Miccichè), un patto tra regioni sulla base di una parola d’ordine, “sussidiarietà” (oggi ripreso da Cuffaro). Piano che subisce variazioni a seguito dell’intervento della magistratura sui due presidenti di regione che finiscono arrestati, uno per corruzione e l’altro per mafia. Da qui, il “progetto Montante-Crocetta”, che comprende l’assimilazione di apparati burocratici ed istituzionali dello stato e rappresentanze della società civile piramidalmente irreggimentate dal Vaticano. Montante ha a sua disposizione una fine consulenza politica (Lumia, Alfano, Schifani …) oltre una schiera di magistrati “affettuosi” pronti a colpire i contestatori e di una claque di giornalisti asserviti. Tutti le strade spianate verso il tesoretto dei beni confiscati, che non devono essere interpretati solo per il valore economico in se, ma come forza di coercizione elettorale. Nel “coma” politico dei governi tecnici, tutti i fronti si accordano e, laddove localmente sorgessero resistenze, sarebbe intervenuto il “braccio violento” dello stato, con scioglimenti di sindaci e azioni della magistratura “amica”. A salvare ancora questi traditori che ci governano, questo parlamento golpista con cariche abusive, è l’ennesima legge elettorale (ROSATELLUM), anch’essa anticostituzionale. A noi ci informano del Viagra di Matteo Messina Denaro, il boss morente ricoverato per servirlo, delle sue amanti, dei poster nelle pareti del suo covo, come in una fiction del Commissario Montalbano, mentre si opera il salvataggio dei protagonisti del “sistema Montante”.