Una battaglia su tutti i fronti contro i veleni

di  Rete di Cittadinanza e Comunità

La Terra dei Fuochi è un fenomeno estremamente complesso in cui l’Unknownintreccio tra imprenditoria criminale, politica collusa, ecomafie, servizi segreti deviati e una buona dose di indifferenza hanno ridotto ciò che una volta era il panorama mozzafiato della nostra Piana Felix in un luogo di desolazione. Il più grande “laboratorio di cancerogenesi a cielo aperto”: così Antonio Giordano, oncologo di fama internazionale, ha definito la Campania, regione in cui anticamente la terra donava quattro raccolti l’anno e i cui fiumi scorrevano chiarissimi.
Oggi, i Regi Lagni – efficientissima opera borbonica di irreggimentazione delle acque e dai rilievi sui quali è stata coniata l’espressione Terra dei Fuochi – sono l’emblema di una devastazione senza precedenti.
Laddove una volta c’erano canapa a perdita d’occhio e viti di asprinio maritate ai pioppi, oggi ci sono carcasse di auto, rifiuti di ogni genere smaltiti illecitamente e alti pini completamente anneriti dal fuoco, bruciati insieme alla monnezza da eliminare perché non lasciasse tracce. Un fuoco che annienta, ammala, dispera. Nei territori circostanti, perlopiù localizzati nella provincia di Napoli Nord e Caserta Sud, giganteggiano enormi discariche illegali e cumuli di materiale di risulta di imprese edili, agricole, di concerie, di aziende tessili che impiegano lavoratori a nero e che, a nero, smaltiscono. Amianto compreso. Delitti d’impresa, dunque – nessun problema di rifiuti solidi urbani, non abbiamo bisogno di inceneritori – resi spesso possibili dalla camorra, un tempo il braccio armato della politica e oggi organizzazione finanziaria in grado di fornire ogni tipo di supporto.
Il caso di Cipriano Chianese, avvocato penalista e proprietario della discarica Resit a Giugliano, e dei fratelli Pellini, imprenditori acerrani (uno dei tre era maresciallo dei carabinieri) sono il paradigma di un nuovo ceto che accumula ingenti fortune con il traffico dei rifiuti. Centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi sono state intombate nelle terre campane –  grazie ad accorte operazioni di burocrazia fasulla e di corruzione in cui lo Stato, i servizi segreti e i clan di camorra hanno precise responsabilità – provocando disastri ambientali di immane portata certificati dalle sentenze già emesse a loro carico. Compost agricolo ottenuto con misture a base di rifiuti triturati veniva imposto ai contadini, mentre i fanghi di depurazione venivano sversati in falda per arricchirsi fino alla nausea. I loro milioni sono stati guadagnati sul nostro sangue. Le pellicce delle loro donne acquistate in spregio di ogni umanità.
La Rete di Cittadinanza e Comunità, federazione associativa in Terra dei Fuochi, si pone contro questa devastazione che è ambientale, culturale ed economica insieme. Lo facciamo attraverso la presenza negli ospedali pediatrici oncologici grazie alla presenza di mamme dal cuore così grande da saper ancora accogliere, dopo la perdita dei loro, i figli degli altri. Insieme a Stop Biocidio, la larga coalizione ambientalista campana, siamo a manifestare in ogni piazza lavorando alacremente per settimane, in ogni luogo d’incontro, per costruirle e renderle significative.
Progettiamo programmi scolastici di ampio respiro che non comportano interventi spot, ma una continuità temporale e sociale con gli istituti educativi e, in particolar modo, con le famiglie.
Diamo battaglia con ogni mezzo, compreso quello legale, grazie agli avvocati e alle competenze che abbiamo maturato nel corso degli anni. Ci riprendiamo i beni comuni, l’agricoltura, il rispetto dei nostri figli.
E, principalmente, tentiamo di restituire la verità a questa terra.
La nostra punta di diamante è, difatti, il Progetto Veritas. E’ il più grande progetto scientifico mai ideato dal basso il cui obiettivo è indagare sul nesso tra ambiente e salute: attraverso avanzati test tossicologi su persone affette da gravi patologie, cerchiamo nel sangue metalli pesanti la cui entità potrebbe determinare l’insorgere delle malattie stesse. E’ stato proprio il professore Antonio Giordano a mettere a disposizione gratuitamente lo studio scientifico finale e grazie al lavoro di tanti riusciremo a dimostrare che il biocidio, nonostante il negazionismo diffuso da chi garantisce i soliti interessi, non è una fake news.
Inoltre, lavoriamo sulla rete nazionale dei gruppi ambientalisti perché le Terre dei Fuochi sono centinaia e tutte figlie di questo rapace sistema di sviluppo che schiaccia i diritti, la salute e l’ambiente nel grande tritacarne del profitto ad ogni costo. Elaboriamo nuove forme di economia in cui siano centrali il lavoro utile, la dignità e l’amore per la nostra terra.
Insomma, la Terra dei Fuochi non è solo l’emblema di un sud depredato e insultato da chiunque abbia pensato di poter fare di noi la discarica morale e materiale dell’Italia. E’ soprattutto una fucina di coraggio e di progettualità dove tutti ritrovano la propria fierezza. È un nuovo mondo. Ed è il futuro che sogniamo.

 

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