Gli amici di Pio La Torre:”riaprite le indagini, vogliamo la verità “

L’omicidio di Pio La Torre, appello al procuratore nazionale antimafia per riapertura indagini

L’esponente del PCI fu ucciso il 30 aprile del 1982. Oltre alla sua battaglia concreta contro la mafia e la corruzione, La Torre si oppose ai missili USA a Comiso. Cosa che, gli americani, non digerirono.

L’omicidio La Torre potrebbe essere stato gestito da furbi depistatori. Un altro mistero non risolto

Pio La Torre, nasce la vigilia di Natale del 1927 ad Altarello di Baida, borgata in provincia di Palermo, e spende tutta la sua vita nella lotta alla mafia, nelle varie forme in cui essa si manifesta nel corso degli anni. Iscrittosi al Partito Comunista nel 1945, apre tre sezioni ad Altarello di Baida, Boccadifalco e Chiavelli, e si scontra già da giovanissimo con la pressione mafiosa. Il capomafia di Altarello, Salvatore Cappellano, “consiglia” al padre, di far desistere il giovane Pio dal continuare la propria attività politica

In particolare si ricorderanno la lotta contro l’installazione nella base militare di Comiso, condotta dal 1981 fino al giorno della sua morte, la lotta per la terra, condotta negli anni ’50 per rivendicare l’applicazione dei decreti Gullo e il diritto dei contadini a possedere le terre, battaglia che costerà a La Torre un anno e mezzo di ingiusta detenzione; e la lotta contro la mafia che si concretizza nel lavoro nella Commissione Antimafia e nella Legge che consente il sequestro dei beni ai mafiosi

Dieci persone – primi firmatari Elio Sanfilippo, presidente Lega Coop Sicilia, e l’avvocato penalista Nino Caleca avvocato – hanno sottoscritto un appello al procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, chiedendo la riapertura delle indagini sull’omicidio del parlamentare del Pci Pio La Torre, ucciso il 30 aprile dell’82, quando era segretario del partito in Sicilia.

“La Procura nazionale antimafia ha istituito un pool di magistrati che si occuperà delle ‘entità esterne nelle stragi e negli altri delitti di mafia’. Crediamo fermamente – scrivono i firmatari – che anche gli omicidi di Pio La Torre e Rosario Di Salvo debbano essere oggetto di attenzione da parte di questo nuovo gruppo. Le indagini condotte con scrupolo in questi anni hanno evidenziato come non solo la sconfitta di Cosa nostra fosse l’obiettivo di La Torre. La stessa lotta contro la mafia si intersecava strettamente con quella contro la massoneria deviata e contro l’installazione dei missili a Comiso”.

“Negli atti processuali – conclude l’appello – emergono già spunti investigativi che devono essere ulteriormente coltivati anche alla luce dei risultati ottenuti in altri procedimenti penali che hanno certificato la tattica della ‘trattativa’ e la consuetudine del ‘depistaggio’. Nel 1982 i corleonesi intraprendevano la scalata per conquistare il comando di Cosa nostra utilizzando le armi ma anche ‘trattando’ con ‘entità esterne’ a cui oggi si deve dare un volto”.

Gli altri firmatari dell’appello sono Pietro Puccio sindaco di Capaci; Roberto D’Agostino e Giovanna Marano, assessori al Comune di Palermo; il giornalista Mario Azzolini; il presidente della Legacoop Sicilia Filippo Parrino; l’ex presidente della Regione siciliana Angelo Capodicasa; Emilio Miceli, della segreteria nazionale Cgil; Masino Lombardo, manager culturale; Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo.
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