Ed ora la messa sotto accusa del Sistema di Potere Montante/Esposito

Adesso ve la dico io una novità  che, però, non è opera del Governo del Cambiamento perché gli attribuiremmo un merito che non ha: il processo “agli altri” sarà l’inizio della fine di chiunque abbia ritenuto che la sicurezza della Repubblica fosse questione di alcuni “unti dal signore”. Il merito, se le cose dovessero andare come auspico, sarà esclusivamente di magistrati che non hanno guardato in faccia a nessuno. Se il processo Montante/Esposito (così lo chiamerò nella mia ottica) andrà avanti secondo i quattro filoni di atti già trasmessi e grazie a quanto riteniamo si leggerà nel dispositivo di sentenza (tenete conto che i giudici hanno ritenuti i reati giudicati da punire con 21 anni sonati-sonati ridotti, in sentenza, a 14 per effetto del rito abbreviato), saremmo di fronte al primo vero processo ai servizi segreti che si sia mai visto, non potendo considerare tali quanto accaduto da Piazza Fontana ad oggi. De Lorenzo e il Sifar fu altro. Se questo dovesse avvenire, lo dovremmo anche ad un clima che dovrà essere compito del M5S determinare nel Paese. Fino ad oggi non lo ha fatto con la determinazione che ci saremmo aspettati. Certamente non potremmo ascrivere alcun merito alla Lega ex Nord che con tali connivenze ci ha convissuto per anni, puntellando in modo particolare il sistema mafioso berlusconiano che è l’humus di questa degenerazione.

Negli anni precedenti alla messa in stato d’accusa del direttore dell’AISI, ci sono state condanne, anche gravi. Ma l’aria che tira, dopo la sentenza di ieri, è che i magistrati devono avere in mano riscontri incontrovertibili di come la “piovra” siculo-confindustriale funzionasse. Sarà una vera rivoluzione se non si avranno paure e non si siano maturati in questi anni dei condizionamenti. Dicevo che un intero sistema potrebbe essere messo sotto accusa e sarà opportuno chiamarlo “Sistema Italia“. Ritengo che dal dibattito giudiziario futuro si potrebbe evincere come non non non abbiano funzionato le nostre strutture di intelligence e come, invece di servire la Repubblica e il suo popolo sovrano (cioè tutti voi), alcuni dirigenti apicali, siano stati organici a bande di malfattori ritenuti i legittimi esponenti del potere. Non è solo un fenomeno corruttivo. Siamo di fronte ad una cultura da traditori pronti a tutto. Il processo che si delinea deve essere occasione per mettere a nudo un modo di pensare, di operare e di privatizzare la funzione di sicurezza e di equità, senza la quale uno Stato non è considerabile tale. Vedrete che, se sarà dato di scavare, sarà provato l’aver lasciato la Repubblica senza un’anima degna di questo nome. Cioè averla tradita. E visti i gradi, i compiti e le spettanze, direi che di alto tradimento si è trattato. Se si vorrà fare luce, partendo proprio dal Sistema Montante/Esposito (quest’asse forte ConfindustriaServizi metteva paura ai terzi) si vedrà come questa associazione a delinquere non solo serviva a dare vantaggi ai mascalzoni, ma, cosa gravissima, a disarmare lo Stato, privandolo di una Strategia di sicurezza nazionale come questo cittadino, marginale e ininfluente come nessun altro, stucchevolmente maniacale rispetto al criteri di reclutamento, selezione e formazione del personale da adibire a tali compiti onorevoli, ha sostenuto, per anni. In solitudine.

Oreste Grani/Leo Rugens

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