La rivoluzione rosa della lega in Sicilia

Catania. Sono più di 180.000 le preferenze acchiappate da Matteo Salvini nell’isola che rischia il collasso economico e sociale un giorno sì e l’altro pure. La Sicilia infatti è appesa a due fili sottili, da un lato ci sono i capricci di Gianfranco Micciché, becchino di una Forza Italia che per esistere e resistere ha avuto bisogno del sangue di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, utile poi solo a far prevalere la linea del Nazareno in Sicilia e dall’altro c’è invece l’immobilismo di Nello Musumeci, leader di una forza politica senza spazio e rappresentanza, perché l’ideologo e stratega Raffaele Stancanelli non appena ha registrato la pavidità di Nello — che dal suo insediamento in poi ha preferito ritrarsi dalle competizioni elettorali per non turbare i precari equilibri di sala d’Ercole — ha fatto i bagagli ed è tornato a casa dalla sorella Giorgia Meloni

Fili questi che contribuiscono a ingarbugliare u malu ruppu della politica siciliana e che hanno permesso a Matteo Salvini di sbaragliare tutti e riuscire nell’impresa di trasformare un partito commissariato (dominus della Lega in Sicilia è infatti il varesino Stefano Candiani) in una squadra fortissima perché le preferenze guadagnate dicono che la Lega è Matteo Salvini e viceversa per chi non capisse che: Matteo Salvini è la Lega

Però all’ombra del Sole delle Alpi l’albero leghista siciliano comincia a dare i suoi frutti perché l’elezione di Annalisa Tardino e Francesca Donato (seconda e terza per numero di preferenze dietro al Capitano) segna il passaggio del radicamento leghista e offre una mappa dei colonnelli in Sicilia. 

Colonnelli con base al seguito che hanno frenato le ambizioni smodate e senza fondamento di Igor Gelarda e Angelo Attaguile, le due facce bocciate dagli elettori leghisti. 

A Francesca Donato a questo giro è bastata la visibilità mediatica per convincere i suoi elettori, non così ad Annalisa Tardino che invece è stata capace di raccogliere attorno alla sua candidatura  Alessandro Pagano, Anastasio Carrà, Fabio Cantarella e Matteo Francilia, sono loro infatti i registi del suo trionfo, grazie ad una una campagna elettorale condotta in modo efficace e senza clamori. 

La rivoluzione rosa della Lega in Sicilia è merito loro e non certo del sindaco etneo Salvo Pogliese che dichiara urbi et orbi di aver tenuto due piedi in tre scarpe e aver quindi sostenuto Stancanelli, Tardino, Donato. Dimmi dove segui lo spoglio e ti dirò chi sei caro Salvo! 

E che Pogliese fosse gradito ospite all’ex Excelsior da Stancanelli a Catania è noto anche ai muri. Infatti a Catania e provincia è stato il grande lavoro dei due big indiscussi e cioè Anastasio Carrà e Fabio Cantarella a consentire ad Annalisa Tardino di essere la leghista più votata dopo Matteo Salvini. 

Fonte iene siciliane