Incendi boschivi. Al Nord si formano gli operatori, in Sicilia …….

Regione che vai e, differenze che si hanno. In Toscana sono attive da anni tecniche innovative sulla questione degli incendi boschivi. Lo dimostra, ad esempio, l’attività di formazione che svolge il Centro regionale di addestramento Antincendi boschivi, Pineta di Tocchi a Moniticiano nel senese dove vengono addestrati circa 1100 operatori l’anno. Un centro che peraltro, sempre in un’ottica di miglioramento e mantenimento professionale, collabora con strutture analoghe a livello europeo e internazionale. A fotografare la realtà toscana del sistema antincendi nonché i rapporti tra Vigili del fuoco e Regione, l’assessore regionale all’ambiente Marco Remaschi che ha risposto in aula ad un’interrogazione presentata dalla Lega, firmatari la capogruppo Elisa Montemagni e la consigliera Luciana Bartolini.

Andando a confrontarsi più a Sud, la Regione Sicilia, assieme alla Calabria ha il maggior numero di forza attiva e nella fattispecie di operai stagionali (cioè utilizzati solo in periodi dell’anno) cioè quei Forestali che puntualmente vengono attaccati e martoriati quando si capisce che le spese regionali sono ai minimi termini e sono la causa delle casse regionali, dimenticandosi dei vitalizi dei deputati ARS…… Operai che vengono chiamati in servizio come detto, quando il bisogno climatico ne chiede aiuto e cioè dai prossimi giorni. Sta per iniziare la campagna antincendio in Sicilia e così gli addetti Forestali vengono “richiamati alle armi” per svolgere l’attività antincendio dal 15 giugno al 15 Ottobre, per 100 giorni lavorativi l’anno. Attività che a differenzi dei colleghi Toscani non si ha con una formazione annuale, ma la si ottiene sul campo e cioè quando si “combatte” tra le sterpaglie o grande larve di fuoco a cui bisogna sempre stare attenti per la propria pelle.

Se al Nord l’attività si completa con la Formazione e il rinnovamento di mezzi e uomini, in Sicilia si rischia di chiudere baracca, in quanto il personale regionale in forza, circa 6mila addetti, rischia di affievolirsi in quanto la maggior parte del personale ha un’età avanzata e non si  sostituisce con un turn over degli stessi, magari andando a reclutare tra le categorie inferiori di fascia occupazionale. Governo Regionale che rimane inerte e negligente a prendere in mano il tutto, quindi non rimane altro che prendere atto che prima o poi tutto svanisce con una morte lenta e indolore.

Il problema sia privato come regionale, sia volontario che di ruolo, non scansa l’attuale realtà e pur essendo consapevoli che i fondi a disposizione sono limitati, non toglie il fatto che si deve prendere visione di una differenza di gestione visto che l’importanza e l’attualità ricorrente degli incendi non differisce il Nord dal Sud. Le sembianze sono quelle che in Sicilia si arriverà come al Nord e cioè con  la presa di posizione dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, coadiuvati e supervisionati dall’alto dai mezzi aerei, visto che convenzioni fatte e rinnovate puntualmente dalla Regione fanno ben capire che i mezzi a terra non sono proprio indispensabili come si pensa… fermo restando che gli accordi  regolano il mutuo e reciproco sostegno nelle attività antincendio.

Antonio David