Antonello Nicosia, Direttore dell’osservatorio internazionale dei diritti umani, scrive a Carola Rackete

n.d.r “Non sempre si può pubblicare quello che piace, sarebbe troppo facile, e non sempre si può essere d’accordo con quanto scritto nei comunicati che ci pervengono in questa redazione ma per correttezza pubblichiamo il comunicato dell’OIDU che ci hanno inviato oggi.”

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Osservatorio Internazionale dei Diritti Umani

ONLUS

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Cara Carola,

il coraggio delle proprie azioni ha il sapore della libertà, delle idee che vivono e librano attraverso convinzioni ferree e ben determinate. Amo la libertà, in toto. La libertà di pensiero,la libertà di esprimersi, quella di agire. Agire per la salvaguardia di un diritto fondamentale: la sicurezza.

Probabilmente saranno in molti a sbarrare i propri occhi di fronte a tali affermazioni, ma non agito nessuno scandalo, né tanto meno ne ho voglia. La sicurezza della vita di una persona è un valore fondamentale che, per nessuna ragione,dovrebbe essere violato. Proprio per tale, fondamentale, motivazione occorre accendere, aizzare, alimentare il sacro fuoco della “disobbedienza”, in una società, che ci vuole membri di un gregge privo di coscienza e comprensione. Completamente “disobbediente” fu anche un mio conterraneo, Danilo Dolci. Sorge alla mia memoria il suo grido di rivolta “fare bene (e presto) perché si muore di pregiudizi”. Sulla soglia del dopoguerra egli attuò la sua profonda presa di posizione, il cui obiettivo principale era l’ educazione di un popolo, quello siciliano, che non aveva piena coscienza dei propri diritti. Ed è proprio in questo clima che si staglia l’urgenza della “disobbedienza”. Disobbedire per vivere, disobbedire per contrastare una società che accoglie un servilismo sommesso.

Essa,  il vero imperativo categorico da perseguire. Riporto le tue testuali parole, il tuo “non è stato un atto di violenza. Solo di disobbedienza”.

Un atto di cui si arrogano pochi insigniti da una forza innata che ha in sé la rivoluzione delle idee, dello sradicamento di preconcetti costituiti all’alba della chiusura mentale. Cuori che solcano quelle acque quasi fossero terribili ninfee sgorganti sangue umano. Sangue che possiede in sé la dignità di uomini, donne, bambini che trovano ancore di salvezza nell’ essere impavidi di alcune personalità.

Tu sei stata la loro ancora di salvezza ed essi ti hanno ripagata con quel 《God bless Carola, holy sea watch》 Credo che la loro riconoscenza ti abbia, di gran lunga, ripagata del rischio corso. Un rischio sanzionato e che stai scontando col prezzo della sottrazione della tua libertà.

Non è giusto!

Non mi piace parlare delle scelte del governo, quando qualcosa non ci piace, c’è sempre un modo per contestarle, la disobbedienza!

Nessuna battaglia per i diritti può essere fermata, io vado avanti per quella dei detenuti italiani, Tu per quella di chi coltiva la speranza di una vita migliore…

Ci ritroveremo Comandante…

Antonello Nicosia

Componente Comitato Nazionale Radicali Italiani

Direttore Osservatorio internazionale dei diritti umani

Lettera originale in allegato