I cavalli di Troia del Cremlino

troian horseTanto le vicende del Russiagate di Trump, quanto quelle che riguardano l’Italia – definite dal quotidiano Repubblica Moscopoli – sono tutt’altro che chiarite. Anche se bisogna ammettere che tanto il popolo americano quanto quello italiano, sembra aver subito gli effetti nefasti di una lobotomizzazione di massa che impedisce di rendersi conto della gravità di quello che sarebbe accaduto.

Negli Stati Uniti, l’ex procuratore speciale Robert Mueller che ha condotto l’inchiesta americana, ha deposto dinanzi le commissioni Giustizia e intelligence della Camera, dichiarando che dopo due anni di indagini sui presunti tentativi russi di influenzare la campagna presidenziale del 2016, come riportato nel “Rapporto Mueller, Barr”, vi sono stati diversi contatti tra gli uomini dello staff di Donald Trump e la Russia, e sono stati anche “analizzati 10 potenziali tentativi di Trump di ostacolare la giustizia”, senza riuscire ad ottenere alcuna prova.

L’ex procuratore  ha comunque precisato che il presidente americano potrebbe essere incriminato al termine del suo mandato, quando lascerà la Casa Bianca.

In sintesi un’insufficienza di prove che non dimostra affatto l’innocenza di Trump ma che allo stato attuale dovrebbe rendere improbabile l’avvio di una procedura di impeachment.

salviniNon molto diversa la vicenda italiana che ha visto il presidente del Consiglio  Giuseppe Conte, confermare dinanzi al Senato la partecipazione di Gianluca Savoini alla cena del 4 luglio con il presidente Putin, ma che lo stesso non riveste e non ha rivestito alcun incarico come consulente di membri del governo e che nella circostanza era stato invitato su richiesta di Claudio D’Amico.

Presa di distanze anche dalla visita a Mosca del 17 e del 18 ottobre, che era stata  organizzata direttamente dal ministero dell’Interno, con la partecipazione all’assemblea di Confindustria Russia, e dalla  missione ufficiale a Mosca del 15-16 luglio 2018, nel corso della Savoini era al seguito del vicepremier Matteo Salvini.

Nessuna domanda e nessuna spiegazione invece per le precedenti visite in Russia e in Crimea, dove Savoini, insieme a Claudio D’Amico, consigliere di Matteo Salvini – secondo quanto riportato dalla stampa russa e ucraina – risulta presente a diversi incontri nel corso dei quali era stato presentato come portavoce della Lega Nord e uomo di riferimento del ministro Salvini per le politiche estere.

Il Russiagate all’italiana – o Moscopoli che dir si voglia – in realtà non dovrebbe meravigliare nessuno, visto che gli stessi servizi segreti italiani in cima alla lista dei rischi per la sicurezza del Paese avevano già posto l’influenza del Cremlino rispetto le elezioni in alcuni paesi europei.

d'amico salvini savoiniDel resto già nel 2017, un rapporto scritto e pubblicato da uno dei principali centri di analisi degli Stati Uniti evidenziava come Mosca avesse rafforzato la sua influenza in Grecia, in Italia e in Spagna.

Secondo il rapporto, il Cremlino avrebbe potuto usare la Grecia per indebolire dall’interno  la NATO e l’UE, facendo leva sulla difficile situazione socioeconomica del paese che aveva favorito la crescente influenza russa. Tra le strategie, anche quella  di usare le istituzioni religiose ortodosse, incontrare i leader politici greci e sfruttare tutte le opportunità disponibili per gli affari russi nel paese.

In Italia, si legge nel rapporto, l’emergere di partiti politici filo-russi è strettamente legato alla crescente influenza dei populisti, che hanno radicalmente cambiato il sistema politico italiano, favoriti  dalla crisi economica, che nel 2011 ha colpito duramente il paese, provocando un forte declino del tenore di vita di gran parte della popolazione, in particolare della classe media. La crescente frustrazione e rabbia degli italiani è stata alimentata non solo dallo stress sociale ed economico, ma anche dalla paura dell’immigrazione incontrollata, dalla diffusa corruzione e dal legame tra politica e criminalità organizzata.

Le forze politiche che sosterrebbero le politiche del Cremlino, vengono individuate nei partiti populisti, nell’estrema destra e nella Lega.

Da sinistra: Gianluca Savoini, Claudio D'Amico e Matteo Salvini

Da sinistra: Gianluca Savoini, Claudio D’Amico e Matteo Salvini

Stando al rapporto, i partiti filo-russi in Italia ricevono sostegno politico da Mosca, hanno firmato un accordo di cooperazione nel marzo 2017 e ricevono supporto nei media controllati dal Cremlino. I contatti della Lega Nord con la Russia, vengono fatti risalire alla fine del 2013,  quando Matteo Salvini divenne il leader del partito. Già nel 2014,  la Lega Nord aveva stabilito contatti con funzionari vicini all’oligarca ortodosso russo Konstantin Malofeev, in particolare, con Alexey Komov, rappresentante del Congresso mondiale delle famiglie in Russia e CSI, e capo dei progetti internazionali della Vasily the Great Foundation di proprietà di Malofeev.

La Spagna, a differenza della Grecia e dell’Italia, fino a poco tempo fa, non era un obiettivo prioritario per Mosca. Lo è diventato nella misura in cui ci si è resi conto che la lingua spagnola è tra le più conosciute al mondo e di conseguenza assume notevole rilevanza nella diffusione di notizie che condividano gli elementi principali della visione del mondo e delle narrazioni del Cremlino.

Ma chi sono i cavalli di Troia del Cremlino? Oltre agli agenti russi sotto copertura e i soggetti politici “legati al carro” dell’uomo forte russo, per interessi vari che vanno dagli affari all’appoggio – la cui natura è ancora da scoprire – al partito che rappresentano, un ruolo importante è quello affidato a chi fa informazione. Giornalisti, blogger e utenti (spesso con falsi profili) che sui social fanno da megafono alla voce di Mosca, alle fake news studiate ad arte, a ogni singola notizia che possa far emergere la grandezza dell’orso russo o che sia in chiave anti-europeista o antiamericana.

Irina OsipovaIn questi ultimi giorni, dopo lo scandalo dei presunti fondi russi destinati alla Lega Nord, un nome che è balzato agli onori della cronaca, è quello  di Irina Osipova, un’interprete italo-russa che è stata presente a incontri  ai quali ha preso parte il presidente dell’associazione culturale Lombardia-Russia Gianluca Savoini.

Chi è Osіpova Iryna Olegіvna? Sarebbe sufficiente una rapida occhiata al suo profilo Facebook per  definirla un’ammiratrice di Putin (del resto è anche una cittadina russa) e del vicepremier italiano Matteo Salvini. Sul suo profilo posta qualunque cosa faccia emergere la grandezza del presidente russo o, di contro, dimostri lo scarso spessore dei leader europei. Quantomeno quelli europeisti. È anche la Presidente dell’organizzazione giovanile russo-italiana.

Non è difficile però trovare in rete un dossier che ci mostra un’altra faccia di Irina, che la vorrebbe a condurre azioni anti-ucraine, nonché azioni a sostegno dei militanti delle formazioni armate del DPR. impegnata nella raccolta di assistenza materiale per gruppi armati illegali e mantenere contatti personali con i militanti membri dell’Unione dei volontari del Donbass.

Partecipa ad eventi per diffondere informazioni favorevoli al Cremlino tra la popolazione italiana e i connazionali che vivono in Italia, organizza e partecipa a forum internazionali, conferenze raduni e altri eventi il cui tema principale sono il rafforzamento dell’amicizia con la Russia, la revoca delle sanzioni.

Osipova

Osipova

Sotto le sembianze di varie attività volte a “rafforzare i legami culturali” e il sostegno dei connazionali, nonché la partecipazione a spettacoli e interviste, si può facilmente intuire l’attività di propaganda che fa in favore di Putin e di quei partiti europei che al presidente russo fanno l’occhiolino.

E fin qui, ancora non ci sarebbe molto da ridire, se non fosse che sotto il profilo deontologico – visto che scrive qualche articolo – quello suo sarebbe un giornalismo da censurare.

Una diversa immagine ce la of le foto da lei pubblicate sul social russo vk.com.

Ed è alle immagini che lasciamo il compito di parlare delle sue partecipazioni a eventi e manifestazioni dichiaratamente in supporto alla Russia, delle sue amicizie con ufficiali delle forze armate russe che hanno combattuto in Crimea e dei suoi amici italiani, mercenari che hanno preso parte alle azioni di guerra in Ucraina, sotto l’egida dei battaglioni russi. Una voce, dunque, certamente super partes…

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