Capaci dove la mafia non si arrende

L’area ex Vianini oggi è di proprietà di una società, P.R. srl, quella intenzionata a costruire il centro commerciale. Costo dell’area: 3 milioni di euro. Sono due le società che compartecipano alla P.R., la A.P. service e la C.D.S. spa; della prima è amministratrice Angela Pisciotta, della seconda Massimo Michele Romano, titolare della catena di supermercati Mizzica-Carrefour Sicilia.

Leggendo i nomi si capisce che si tratta di un “gioco grosso assai”. Romano è nome diventato ancor più famoso da quando è tra gli indagati dell’inchiesta della Procura di Caltanissetta “Double Face” , quella che ha travolto l’ex numero uno di Confindustria Sicilia Antonello Montante, indagine arrivata dinanzi al gup per il rinvio a giudizio. Ma in questa vicenda non c’è solo il nome di Romano che porta all’indagine nissena. Anche per la società dell’area ex Vianini salta fuori lo studio legale Schifani Pinelli, il cui fondatore è il senatore Renato Schifani, ex presidente del Senato, altro indagato dell’inchiesta nissena “Double Face.” Indubbiamente possiamo dire che si tratta di casuali coincidenze. Però si tratta anche di qualcosa dove tanti sono gli interessi. È cosa nota che in Sicilia tante vicende sulla realizzazione di centri commerciali si sono incrociate in indagini antimafia, cominciando dai famosi Despar di Grigoli e Messina Denaro. Sui centri commerciali parecchi sono gli interessi ad alta tensione, e potrebbe accadere di prendere una forte scossa a toccare questi fili. E sull’area ex Vianini di Capaci pare che prendere la scossa è cosa possibile.

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