Dopo gli esiti recenti, relativi alla decisione dell’ATI (Ambito Territoriale Idrico), di cui fanno parte i 43 comuni della provincia di Agrigento, quella di costituire una società consortile per gestire acqua, reti fognarie e depurazione, riproponiamo un servizio mandato in onda dalla RAI nel 2015.
Fabrizio Raso, uno dei principali esponenti della prima ora dei comitati agrigentini per il ritorno all’acqua pubblica, sostiene che c’è poco da stare tranquilli rispetto alla scelta di questi giorni, da parte della maggioranza dei sindaci agrigentini.
Raso ipotizza che stiamo rischiando, ancora una volta, di cadere dalla padella alla brace. A suo avviso, sempre la stessa lobby privata che ha causato un decennio di immani disastri economici ed ambientali, sotto mentite spoglie, si sta riorganizzando per entrare dentro la società consortile costituita in questi giorni.
Ricordiamo che Girgenti Acque, la società costituita nel 2007 per gestire il servizio idrico nell’Agrigentino, è fallita ed i suoi amministratori e tecnici, assieme ad una miriade di politici, funzionari pubblici e professionisti, sono tutti quanti in attesa di giudizio per truffa, corruzione ed inquinamento ambientale e tanto altro ancora.
Anche gli azionisti di maggioranza di Girgenti Acque, inizialmente, erano dei soggetti pubblici, ossia i 10 comuni del consorzio del Voltano e, stranamente, i 20 comuni di ACOSET, un altro consorzio pubblico catanese.
Tutti quanti abbiamo sperimentato come è andata a finire. Nel corso degli anni, tutto ciò che era pubblico è stato rilevato dagli azionisti privati che hanno costituito una composita lobby, dedita a degli illeciti interessi economici. Lobby che ha fatto decuplicare le tariffe idriche, fognarie e quelle relative alla depurazione, senza mai garantire alcun servizio degno di questo nome.
