Quel chiacchierone del signor Trobia

E’ tuttavia compito di questo giudice verificare se le accuse, rivolte a MONTANTE, di accaparramento del potere pubblico per finalità mercantili, perseguite nelle relazioni strette con i pubblici ufficiali, abbiano un reale fondamento negli atti processuali.
A tal proposito, particolarmente significative si rivelano le conversazioni (intercettate) che seguono, le quali dimostrano le pesanti ingerenze che MONTANTE riusciva ad esercitare nella più volte menzionata società I.A.S. e, in generale, nella politica regionale.
Il punto di partenza è costituito dai dialoghi relativi all’organizzazione e allo svolgimento di un pranzo nella villa di MONTANTE il 7 gennaio 2016, nel corso del quale la BATTIATO intendeva affrontare con l’anfitrione, formalmente privo di incarichi all’interno dell’I.A.S., alcune problematiche ad essa relative, come quella della sostituzione di un componente del consiglio di amministrazione (il dimissionario GEMELLI) e, dopo la fuoriuscita di CICERO dall’I.R.S.A.P., quella concernente le difficoltà di comunicazione con il successore di quest’ultimo, Maria Grazia BRANDARA.
Si ripercorreranno, a tal proposito, le riflessioni fatte, successivamente al pranzo, da un altro partecipante al momento di commensalità, il solito Michele TROBIA, ad avviso del quale MONTANTE, nonostante la bufera che lo stava investendo, a causa dell’inchiesta di cui parlavano i media e dell’atto di insubordinazione di VENTURI, continuava, imperterrito, ad esercitare un grande potere, controllando posti di prestigio e potendosi permettere di esibire ancora l’amicizia con il Col. D’AGATA, ormai transitato nei servizi segreti. MONTANTE,addirittura, secondo TROBIA, mentre gli investigatori indagavano sul suo conto e sui suoi rapporti con la criminalità mafiosa, aveva acquisito il controllo di ben quattro assessorati regionali, a fronte di un presidente della Regione – Rosario CROCETTA – che assumeva sempre più le sembianze di una vacua sagoma istituzionale, che si agitava senza un perché.
Del resto – così spiegava TROBIA in una delle conversazioni intercettate dagli inquirenti – erano in molti a rivestire una posizione di ancillare asservimento rispetto a MONTANTE. A cominciare dallo stesso TROBIA, che, rischiando di perdere i contributi dell’Università per l’organizzazione del torneo di tennis in conseguenza della strenua opposizione di due componenti del consiglio di amministrazione, era riuscito a piegare ogni resistenza grazie ad una semplice telefonata di MONTANTE.
Tali passaggi investigativi, idonei ad offrire preziosi elementi di prova, possono essere ripercorsi mediante la lettura di stralci dell’ordinanza cautelare (da p. 947), basati, essenzialmente, sulla riproduzione del contenuto delle conversazioni intercettate, precedute, more solito, da una sintesi
assolutamente coerente con il loro tenore testuale:
Le indagini condotte hanno […] consentito di acquisire significativi elementi di riscontro alle dichiarazioni del CICERO e del VENTURI, poiché dimostrativo, da un lato, del fatto che la BATTIATO cercasse conforto in MONTANTE in relazione a decisioni da assumere nella qualità di Presidente dell’I.A.S. e, dall’altro lato, come quest’ultimo continuasse a mantenere ben saldo il controllo di tale società, anche dopo le dimissioni di Alfonso CICERO dall’IRSAP, attraverso BRANDARA Maria Grazia, nominata commissario dell’IRSAP dopo l’uscita di scena del CICERO.
A tal fine, occorre preliminarmente evidenziare come, a ridosso delle festività natalizie del 2015, venivano registrate alcune conversazioni telefoniche dalle quali si aveva modo di comprendere come il D’AGATA volesse prendere accordi col MONTANTE al fine di avere un incontro.
Peraltro si registravano contatti anche tra la moglie del D’AGATA e il MONTANTE, dal cui contenuto si evinceva l’esistenza di rapporti altrettanto confidenziale ed amichevoli. In sintesi, venivano registrate più conversazioni telefoniche e scambi di sms da cui era possibile ricavare che i tre, inizialmente, si sarebbero dovuti incontrare a Catania, ove il D’AGATA aveva in animo di invitare il MONTANTE per una cena il 29 dicembre o per un pranzo da tenersi il giorno seguente. Sennonché, per impedimenti del MONTANTE – che si trovava quei giorni fuori dalla Sicilia – l’appuntamento veniva rimandato ad un pranzo da tenersi il 06.01.2016, tant’è che il D’AGATA si attivava anche per prenotare un tavolo al ristorante “Le Tre Bocche” sito a Catania. Anche in quell’occasione, però, il MONTANTE rimandava l’appuntamento per problemi di salute, riservandosi, però, di invitare i due coniugi a pranzo presso la sua abitazione di Serradifalco per il 07.01.2016, pranzo che poi, effettivamente, quel giorno aveva luogo.
Tanto sinteticamente premesso, va rilevato che, in data 14.12.2015, veniva intercettata una telefonata (conversazione nr. 351 delle ore 13.42) in cui la BATTIATO riferiva al marito delle ultime novità riguardanti l’I.A.S., comprese quelle relative alla proroga concessa e alle dimissioni del GEMELLI, cui doveva seguire l’assunzione di una donna per il rispetto delle “quote rosa”. Proprio in riferimento alla persona che sarebbe dovuta subentrare al GEMELLI, la BATTIATO affermava che quest’ultimo ne avrebbe dovuto parlare con il MONTANTE affinché nel CDA dell’I.A.S. venissero nominate persone competenti.
Si fa davvero fatica, si consentirà, a comprendere quali “competenze” possa avere, rispetto ad una siffatta nomina, un imprenditore inserito nel settore della produzione e fornitura di ammortizzatori e biciclette e perché mai debba essere proprio il MONTANTE – e non i competenti organismi – ad indicare i nomi di persone “preparate” da inserire in compagini societarie di soggetti giuridici a partecipazione mista.
Inoltre la BATTIATO affermava che bisognava rappresentare al MONTANTE la possibilità di rimuovere il PASQUALETTO dall’incarico ricoperto in I.A.S. poiché quest’ultimo, sempre a dire della donna, incamerava la somma 1.400 euro euro senza essere mai presente.
Infine, la BATTIATO diceva al marito che il GEMELLI aveva già avuto modo di parlare con il MONTANTE per rappresentargli di ritenerla meritevole di un posto in un consiglio di amministrazione “più importante” ed il D’AGATA affermava che, a suo parere, si trattava in realtà di una proposta partorita dal MONTANTE.

[…] Quello stesso giorno, alle ore 18.02, veniva captata altra conversazione (sulla neo intercettata utenza del D”AGATA, conversazione nr. 7) dal cui contenuto si percepiva chiaramente come anche la BATTIATO (oltre, per quanto si dirà, lo stesso D’AGATA) avesse necessità di incontrare il MONTANTE per rappresentargli delle problematiche insorte all’intemo dell’I.A.S. anche in considerazione del fatto che non aveva più referenti con i quali interfacciarsi, in conseguenza delle dimissioni di Linda VANCHERI e CICERO Alfonso.
In particolare, la BATTIATO rappresentava al marito che l’indomani all’I.A.S. si sarebbe tenuta una riunione in cui si sarebbe dovuto discutere delle dimissioni di un componente del consiglio di amministrazione (Gianluca GEMELLI) e di un componente del collegio sindacale. Quanto alle dimissioni del GEMELLI – motivate dal fatto che si era venuto a trovare in una situazione di incompatibilità per il sopravvenuto incarico all’interno di Confindustria Siracusa – la BATTIATO evidenziava i problemi che sarebbero prevedibilmente insorti per la nomina della persona che avrebbe preso il suo posto, problemi che derivavano dal fatto che il GEMELLI fosse intenzionato ad indicare motu proprio il nominativo mentre, a suo parere, occorreva che si rapportasse con la BRANDARA e con il MONTANTE (“può esseri ca chiddri politicamente ci vonu piazzari a una… di loro…”).
La BATTIATO diceva al marito che anche il GEMELLI fosse consapevole del malcontento che sarebbe potuto sorgere qualora avesse portato a termine i suoi propositi, ma si era comunque determinata a non dirgli più di chiamare il MONTANTE – chiaramente al fine di discutere preventivamente la questione – temendo che poi il GEMELLI potesse dire allo stesso MONTANTE che era stata lei a spronarlo in quel senso.
Quindi la BATTIATO affermava che della nuova nomina, sia il GEMELLI che lei, in veste di Presidente, avrebbero comunque dovuto discutere anche con la BRANDARA, la quale avrebbe poi dovuto affrontare la questione con l”Assessore e con il Presidente CROCETTA.
Inoltre sempre la BATTIATO si doleva del fatto che non riuscisse a parlare con il nuovo commissario dell’IRSAP (la BRANDARA appunto) e che, dopo le dimissioni dell’Assessore alle Attività Produttive Linda VANCHERI e del Commissario straordinario dell’IRSAP Alfonso CICERO, non aveva referenti in Regione con cui poter liberamente interloquire come era avvenuto sino al recente passato.
La donna, quindi, affermava che avrebbe dovuto parlare direttamente con il MONTANTE per risolvere quella questione ed avrebbe, altresì, dovuto rappresentare allo stesso MONTANTE anche il problema derivante dalle dimissioni del GEMELLI e dell’intendimento di questi di “ratificare” la nomina di una donna, non meglio indicata, al suo posto (“perché inc… in moto un meccanismo dicendo a quello senti c ‘è sto problema per quello quello si vuole dimettere… quindi vuole ratificare una donna”).
Infine, la BATTIATO – e la circostanza è di non poco momento poiché esplicativa del vantaggio economico che era derivato ai due coniugi dalla nomina alla Presidenza dell’I.A.S. – evidenziava al marito che aveva sino a quel momento sopportato molte situazioni che non aveva gradito sol perché duemila euro al mese in più facevano loro comodo ed “era un peccato lasciarli”.
[…] Effettivamente, nel dicembre 2015, come ricavato dalla P.G. attraverso la consultazione di fonti aperte, veniva concessa la proroga di sei mesi, rinnovabili per altri sei mesi, per la gestione dell’impianto di proprietà dell’ex Consorzio ASI di Siracusa e, sempre in quel periodo, il GEMELLI rassegnava le sue dimissioni (esattamente come evidenziato dalla BATTIATO al marito nella conversazione poc’anzi riportata, cfr. All. 207 – articolo del quotidiano “Siracusa Live” del 22.12.2015)
Il giorno seguente arrivava la conferma che era proprio il MONTANTE il soggetto col quale la BATTIATO manifestava l’esigenza di parlare e sarà, poi, sempre il MONTANTE, come si dirà di qui a poco, colui che organizzerà un incontro tra la BATTIATO e la BRANDARA, voluto dalla prima, proprio per discutere delle problematiche in seno all’I.A.S.. Ciò a conferma del fatto che gli auspici della BATTIATO sul fatto che il MONTANTE fosse in condizioni di risolverle quei problemi di incomunicabilità con la BRANDARA (dei quali si era lamentata col marito) fossero fondati sulla piena consapevolezza della influenza che il MONTANTE era (ed è tuttora) in grado di esercitare sul Commissario dell’I.R.S.A.P..

[…] In data 29.12.2015 (progressivo nr. 1128 dette ore 09.14) il D’AGATA metteva ai corrente la moglie degli ultimi preparativi prima della sua partenza in auto per la Sicilia e le specificava i capi di abbigliamento che aveva messo in valigia da indossare sia per il cenone di capodanno sia per un eventuale pranzo con il MONTANTE (indicato dal D’AGATA come “Nello Nello”). […] Va a questo punto rilevato che – pur avendo, come detto, il MONTANTE e la BATTIATO inizialmente programmato di vedersi la sera del giorno 29 dicembre o a pranzo del giorno seguente, ma con l’intesa, comunque, di risentirsi in seguito per darsi reciproca conferma – non veniva registrato alcun ulteriore contatto né tra il MONTANTE ed il D’AGATA, né tra il primo e la BATTIATO per discutere della situazione, neanche dopo che il D’AGATA era sceso in Sicilia, nella giornata del 29 dicembre, per trascorrere le festività di Capodanno.
[…] L’ulteriore contatto ai fini che qui rilevano veniva poi registrato il successivo giorno 4 gennaio tra il MONTANTE ed il D’AGATA proprio per mettersi d’accordo su dove vedersi. Se ne ricava che, lungo tale arco di tempo – e cioè quello che va dalla telefonata tra la BATTIATO ed il MONTANTE del 17.12.2015 a quella, di cui si dirà di seguito, tra quest’ultimo ed il D’AGATA – erano di certo avvenute ulteriori interlocuzioni attraverso sistemi di messaggistica non intercettabili con i quali il programmato incontro era stato, di certo, rimandato.
Ciò perché nelle telefonata di seguito riportata il MONTANTE ed il D’AGATA riprendevano l’argomento senza fare alcun riferimento agli accordi di massima presi alla metà del dicembre, segno evidente che, nel frattempo, erano riusciti comunque a comunicare per procrastinare quanto avevano già stabilito di fare.
Ed invero, il giorno 4 gennaio, alle ore 21:38, veniva intercettata una telefonata (conversazione nr. 600) intercorsa, appunto, tra il D’AGATA ed il MONTANTE nel corso della quale quest’ultimo evidenziava di avere letto poco prima il messaggio che gli aveva inviato ed i due ipotizzavano, poi, di incontrarsi il giorno dell’Epifania, anche se il MONTANTE si riservava di dare conferma subito dopo aver consultato i suoi familiari.
Va rilevato che il messaggio cui faceva riferimento il MONTANTE nel corso della telefonata in questione non veniva rilevato né dall’attività tecnica né dall’analisi dei tabulati, ad ulteriore conferma del fatto che i due fossero soliti comunicare anche attraverso il ricorso ad applicazioni di messaggistica utilizzabili con gli smartphone. […] In effetti, poco dopo (alle ore 21.42, progressivo nr. 601 del 4.1.2016), il MONTANTE richiamava il D’AGATA e si accordavano per pranzare insieme, il giorno seguente, a Catania. […] Sennonché, la mattina del 6 gennaio (conversazione nr. 623 delle ore 09:53), il MONTANTE chiamava il D’AGATA per dirgli che, quella notte, non si era sentito bene e per quel motivo si trovava costretto a declinare l°invito a pranzo.
Pur tuttavia il MONTANTE rinnovava l’invito per il giorno seguente presso la propria abitazione, a Serradifalco, evidenziando che in quella maniera “sarebbero stati tranquilli”. […] Inoltre replicava al D’AGATA – che cercava di sollevare il suo interlocutore da quell’impegno viste le sue condizioni di salute – dicendogli “lo facciamo, se no sta cosa salta poi”, a riprova del fatto che riteneva assolutamente necessario incontrarsi.
[…] In effetti, il giorno 07.01.2016, come da intese, il D’AGATA e la BATTIATO si recavano presso l’abitazione del MONTANTE, come inequivocabilmente si evinceva dalle intercettazioni (in specie dalle celle censite dai loro telefoni cellulari, ubicate in territorio di Serradifalco) nonché dai dati del GPS installato sulla autovettura Mini Cooper in uso alla BATTIATO.
Anche le immagini delle videocamere installate nei pressi dell’abitazione del MONTANTE documentavano l’arrivo dei due coniugi presso la villa sita in Serradifalco in contrada Altarello alle ore 13.00 e la loro partenza alle successive ore 17.29.
[…] Alle ore 08.24 veniva intercettata una conversazione (nr. 1388) intercorsa tra la BATTIATO ed una sua amica, cui la prima evidenziava che si stava recando a Caltanissetta a casa del MONTANTE per metterlo al corrente della sua volontà di dimettersi dall’I.A.S. essendo scontenta della politica regionale e ritenendo di non avere una “copertura politica”.
Dal contenuto della telefonata in questione, inoltre, si aveva ulteriore conferma degli stretti rapporti esistenti tra i due nuclei familiari, poiché si poteva ricavare come il D’AGATA e la BATTIATO avessero presenziato al matrimonio della figlia del MONTANTE.
[…] Vi è, altresì, da rilevare che quel giorno il MONTANTE invitava a casa anche Michele TROBIA e la moglie, come si evinceva da altra telefonata registrata nell’ambito del procedimento (conversazione nr. 3052 del 07. 01.2016).
[…] La presenza del TROBIA a casa del MONTANTE in quella occasione è premessa indispensabile per comprendere i commenti cui si lasciavano andare lo stesso TROBIA e la di lui moglie e che venivano registrati all’interno della vettura nella loro disponibilità lungo il tragitto di andata e ritorno dalla casa di Serradifalco. Ed invero (progr. nr. 323 delle ore 12.17) mentre si recavano dal MONTANTE i coniugi TROBIA commentavano l’invito ricevuto e la moglie diceva al TROBIA che avrebbero dovuto parlare a Renato DI NATALE, Procuratore Capo di Agrigento, di questi inviti a casa del MONTANTE per i quali aveva l’impressione che quest’ultimo ricevesse le persone a casa “come un boss”. Infine, i due supponevano che l’invito fosse stato esteso anche a MISTRETTA Vincenzo.
[…] Terminato il pranzo, poi, il TROBIA e la di lui moglie, lungo il tragitto di ritorno intrattenevano una lunga conversazione (progr. nr. 326 delle ore 16.44) che offriva diversi spunti di interesse investigativo. Peraltro, il TROBIA anche nei giorni seguenti tornava a commentare il pranzo tenutosi a casa del MONTANTE con altri interlocutori ed appare opportuno evidenziare in relazione alle stesse che ci si limiterà, in questa sede, ad evidenziare solo le parti che rilevano in relazione al D’AGATA.
Ed invero, mentre tornavano a Caltanissetta dall’abitazione di Serradifalco, tra le altre cose, il TROBIA e la BAIO riprendevano a parlare degli ospiti presenti quel giorno a casa del MONTANTE ed il TROBIA si mostrava stupito che il Colonnello D’AGATA, sul conto del quale si esprimeva negativamente, avesse rivestito, da ultimo, incarichi prestigiosi quale quello di capocentro della DIA di Palermo e di appartenente ai Servizi segreti.
Oltre ad aversi, pertanto, conferma della presenza del D’AGATA e della BATTIATO a casa del MONTANTE, non pare secondario il riferimento fatto dal TROBIA agli incarichi rivestiti nel corso del tempo dal D’AGATA – peraltro nel contesto di un discorso in cui questi e la moglie facevano riferimento al potere che il MONTANTE era ancora in grado di esercitare – posto che, come si vedrà, il trasferimento del D’AGATA ai Servizi di Informazione e Sicurezza costituisce altro favore ottenuto dall’ufficiale dei Carabinieri grazie ai buoni uffici ed alle entrature di cui dispone l’imprenditore di Serradifalco.
[…] Alcuni giorni dopo (il 15.1.2016) il TROBIA commentava, ancora una volta, il pranzo avvenuto a casa del MONTANTE, questa volta mentre si trovava in compagnia di un avvocato romano, TOTI Enrico […]. Per ciò che qui rileva, tra gli altri argomenti trattati, il TROBIA faceva esplicito riferimento al fatto che il MONTANTE, nonostante l°indagine a suo carico da parte di
questo Ufficio, aveva mantenuto intatto il suo potere e, a sostegno della sua affermazione evidenziava l”influenza che ancora esercitava alla Regione ove poteva disporre di quattro Assessori, addirittura più che nel passato, nonché il rapporto diretto che continuava ad avere con il Ministro Alfano e, infine, facendo chiaramente riferimento al pranzo del 7 gennaio, menzionava “questo Generale dei Carabinieri dei servizi che era li… è andato a chiedere favori a lui”. […] Il TROBIA ricordava ancora di questo pranzo a casa del MONTANTE, anche successivamente, allorché il giorno seguente alle perquisizioni disposte da questo Ufficio nei confronti del MONTANTE, si trovava in compagnia di Marco VENTURI (conversazione ambientale nr. 3978).
Pure in tale occasione il TROBIA faceva riferimento al pranzo del 7 gennaio nell’abitazione del MONTANTE, cui era presente il Colonnello D’AGATA che, peraltro, si era mostrato stupito anche della sua presenza.
In particolare il TROBIA si mostrava colpito per il fatto che il MONTANTE, quel giorno, avesse fatto attendere il D’AGATA per più di un’ora e mezza e si diceva convinto che si fosse trattato di un comportamento scientemente posto in essere per dargli un “prova di forza” ed avente come scopo quello di dimostrargli che, nonostante fosse indagato, frequentasse ancora alti rappresentanti delle istituzioni che, peraltro, venivano fatti attendere prima di concedere loro udienza. […] La questione (rectius: una delle questioni) di cui la BATTIATO aveva discusso in occasione della visita effettuata al MONTANTE si poteva desumere dal contenuto di una telefonata che la BATTIATO stessa, una volta tornati ad Aci Sant’Antonio, effettuava nel tardo pomeriggio di quel giorno a SCUDERI Sebastiano, cui è legata da saldi rapporti di amicizia (progr. nr. 1408 delle ore 19.26 del 07. 01.2016).
In particolare la BATTIATO raccontava di avere illustrato al MONTANTE le problematiche insorte di recente in I.A.S. s.p.a. e della difficoltà a rapportarsi con la BRANDARA, attuale commissario ad acta dell’lRSAP, ente regionale da cui appunto dipende la società di cui la BATTIATO è Presidente.
Una volta raccolte le sue lamentele, il MONTANTE subito chiamava la BRANDARA e
fissava un incontro per il giorno seguente alle ore 13.00.
Inoltre, nel contesto della conversazione, la BATTIATO si sfogava con lo SCUDERI anche in merito all’atteggiamento superficiale con il quale aveva avuto l’impressione che il MONTANTE si approcciasse alle problematiche che gli aveva sollevato in relazione all’I.A.S., come quelle attinenti alle dimissioni del GEMELLI, alla poca professionalità di PASQUALETTO Salvatore (che peraltro, a suo giudizio, in un anno e mezzo si era “fottuto” 15.000 euro presenziando in sole cinque occasioni alle riunioni del C.D.A.), al direttore del depuratore ed aggiungeva che il MONTANTE l’aveva comunque spronata a non lasciare l’incarico e “a non sprecare gli anni spesi”.
[…] Prima di proseguire nella lettura diretta dell’ordinanza, un dato va subito evidenziato. Come abbiamo visto, Michele TROBIA, conversando con Enrico TOTI in macchina, pronunciava le seguenti parole: “Questo Generale dei Carabinieri del servizi che era lì… è andato a chiedere favori a cui pur… con il Ministro Alfano continua ad avere un rapporto diretto…” (conv. amb. 398 del 15 gennaio 2016).
Nell’occasione TROBIA mostra dl parlare a ragion veduta, ossia dl conoscere le circostanze oggetto di conversazione, tanto vero che, scorrendo il file excel di MONTANTE, si annoverano numerosi incontri avvenuti tra quest’ultimo e l’allora Ministro ALFANO in epoca successiva al febbraio 2015, quando fu pubblicato l’articolo di BOLZONI e VIVIANO con discovery dell’indagine in corso (e del resto, sulla concreta vicinanza manifestata, in quel periodo, dal Min. ALFANO a MONTANTE, si è ampiamente argomentato antea; cfr. sez. seconda, cap. VII, § 2).
Tale riflessione non è strumentale alla riserva di osservazioni critiche nei riguardi di ALFANO, il quale, in fondo, si relazionava con un soggetto semplicemente indagato (salvo a volere affermare il principio etico per cui deve regolarmente applicarsi l’isolamento, quale misura di profilassi, nei riguardi di coloro che sono “contaminati” dalle indagini), ma è funzionale alla constatazione per cui TROBIA, nell’atto di compiere quelle esternazioni relative alle relazioni sociali coltivate da MONTANTE e alla parabola evolutiva del suo potere, non esprimeva semplici opinioni personali né formulava congetture, ma faceva delle affermazioni sulla base di conoscenze oggettive, storicamente verificabili e verificate.

Rimane da spiegare come mai la BATTIATO si sia rivolta ad un imprenditore della provincia di Caltanissetta per discutere di questioni che afferiscono la società di cui è Presidente del consiglio di amministrazione e la risposta – oltre ad essere estremamente chiara dal complesso delle risultanze d’indagine – viene fornita dalla stessa BATTIATO in occasione di altra telefonata avuta con lo SCUDERI prima di recarsi, quel giorno (e cioè il già menzionato 7 gennaio 2016), dal MONTANTE.
In particolare, (conversazione nr. 1386 delle ore 07.56 del 7.1.2016) la BATTIATO evidenziava che aveva intenzione di chiedere chiaramente al MONTANTE “una copertura politica” per proseguire la sua azione all’interno dell’I.A.S. e lo SCUDERI le chiedeva se fosse certa che il MONTANTE potesse aiutarla.
La BATTIATO, innanzitutto, evidenziava l’inutilità di seguire – come le suggeriva il suo interlocutore – la “strada più ufficiale” (quella cioè volta ad interloquire con coloro che avevano le effettive competenze sull’I.A.S.) poiché, all’interno della Regione, il Presidente CROCETTA era come se non ci fosse (“quello Crocetta non c ‘è più, capito?… gli hanno levato ogni potere! Cioè non è in grado di affermarsi su nulla”) e, dall’altro lato, non riusciva a mettersi in contatto con la BRANDARA e sottolineava, pertanto, la sua intenzione di dimettersi qualora il MONTANTE – che definiva, emblematicamente, il suo “referente” – non le avesse dato quelle garanzie che cercava.
Non sembra occorra spiegare come sia stata proprio la BATTIATO, nell’indicare il MONTANTE come il suo “referente” per le questioni relative all’I.A.S, ad aver dato conferma del fatto che la nomina alla Presidenza del consiglio di amministrazione fosse avvenuta su indicazione dell’odierno indagato, esattamente come dichiarato da Alfonso CICERO a questo Ufficio.
[…] Come si è potuto constatare ripercorrendo le intercettazioni che precedono, uno dei motivi di lagnanza della BATTIATO con MONTANTE era la propria difficoltà, nella qualità di presidente del consiglio di amministrazione dell’I.A.S. s.p.a. di Siracusa, di comunicazione con Maria Grazia BRANDARA, commissario ad acta presso l’I.R.S.A.P nella fase successiva alla presidenza di CICERO.
Lo scioglimento dell’impasse da parte di MONTANTE, mediante una semplice telefonata fatta alla BRANDARA, dimostra come il primo avesse il controllo non soltanto dell’I.A.S., ma anche del suo socio di maggioranza, ossia l’I.R.S.A.P., ciò che avvalora la tesi, sostenuta da CICERO, per cui fu MONTANTE, tramite lo stesso CICERO quando ancora era presidente all’I.R.S.A.P., a promuovere
l’ingresso della BATFIATO presso il consiglio di amministrazione dell’I.A.S., con tanto di investitura presidenziale.
Tra l’altro, come si vedrà nelle intercettazioni che di seguito verranno riprodotte, all’incontro tra la BATTIATO e la BRANDARA, sostanzialmente deciso da MONTANTE, partecipava non soltanto Mariella LO BELLO, ciò che poteva anche essere normale tenuto conto che quest’ultima era divenuta assessore regionale alle attività produttive, ma anche lo stesso MONTANTE, il quale, privo di qualsivoglia legittimazione formale ad intervenire nel convegno, vi presenziava in quanto deus ex machina delle dinamiche dl potere all’interno della regione e dei suoi enti.
MONTANTE, come emerge dalla ricostruzione dell’appuntamento con la BRANDARA e la BATTIATO, oltre ad avere partecipato sine titulo all’incontro, sostanzialmente lo gesti, dirigendolo magistralmente ed assumendo improprie posture dominicali che, dal punto di visto semiologico, appaiono evidenti modalità di comunicare che a comandare era lui. Mentre la BRANDARA e la BATTIATO diventavano figure sempre più diafane, che degradavano sullo sfondo nebuloso nel quale venivano relegate tutte le pedine di MONTANTE.
Si assisteva, in altre parole, ad una atopizzazione del potere, avulso dalle sedi proprie e sottratto ai suoi formali detentori, in favore di un soggetto terzo, nella specie MONTANTE, privo di formale legittimazione o investitura, che parlava e decideva – abile ventriloquo – articolando meccanicamente le fauci altrui.
Altamente sintomatica, poi, si rivela l’affermazione della BATTIATO nel commentare, al telefono, lo spirito che animava la ferma volontà di MONTANTE di piazzare, in seno al consiglio di amministrazione dell’I.A.S., al posto del dimissionario GEMELLI, un uomo che fosse promanazione di Confindustria.
Rosa BATTIATO, certamente spregiudicata ma dotata di una indiscutibile capacità di analisi degli eventi, comprendeva perfettamente che la logica che ispirava le indicazioni di MONTANTE era di tipo spartitorio: a lui poco importava la funzionalità e l’efficienza del consiglio di amministrazione (tanto che egli prendeva le difese del|’inerte PASQUALETTO pur a fronte dei rilievi di inefficienza della stessa BATFIATO), quanto utilizzare i vari enti o istituti regionali quali luoghi da occupare per esercitare il potere su di essi e servirsene quale merce di scambio per ottenere favori a diversi livelli.
[…] Alla luce di tale lungo excursus dei dialoghi degli attori della vicenda narrata, non è seriamente evocabile lo spettro del dubbio circa l’effettività e l’ampiezza del potere esercitato da MONTANTE, oltre che in generale sulle istituzioni regionali, ove lo stesso, per esempio, aveva la capacità di condizionare pesantemente la scelta degli assessori, anche sull’I.A.S. s.p.a., così ratificandosi l’assoluta attendibilità delle dichiarazioni di CICERO circa la cooptazione della BATTIATO nella predetta società grazie all’intercessione del citato MONTANTE.

 

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