Il “mitico” maggiore Orfanello

Benché la posizione di ORFANELLO sia giudicata separatamente, non può prescindersi dalla sua disamina nel presente contesto, sia perché del reato corruttivo contestatogli risponde, in concorso, anche MONTANTE, odierno imputato, sia perché è comune al vaglio della posizione dei due ufficiali della Guardia di Finanza – il citato ORFANELLO e ARDIZZONE – l’accertamento delle anomalie-illeicità che, nello svolgimento dell’attività di verifica fiscale (ma anche nell’evasione delle deleghe di indagini penali), sarebbero state commesse dal primo (oltre che dal Lgt. SANFILIPPO) con l’avallo del secondo.
In immediata consecuzione si passerà allo scrutinio delle utilità che dal presunto inserimento nel “sistema MONTANTE” avrebbe ricavato il Lgt. SANFILIPPO, imputato di corruzione insieme a Massimo ROMANO, oltre che dell’associazione a delinquere, in concorso con lo stesso ORFANELLO, con ARDIZZONE e con MONTANTE (ma anche con altri soggetti, la cui posizione non rileva nello specifico contesto).
Il punto di partenza nella verifica degli eventuali vantaggi che avrebbe percepito ORFANELLO dal “sistema MONTANTE” è costituito, ancora una volta, dalle dichiarazioni di Marco VENTURI, il quale, nel verbale di sommarie informazioni testimoniali del 12 novembre 2015, affermava quanto segue:

A.D.R. Quanto al Magg. Ettore ORFANELLO so che la sua compagna, in precedenza alle dipendenze di un supermercato di Caltanissetta di Massimo ROMANO, venne assunta dallo stesso ROMANO al CONFIDI di Caltanissetta. Ritengo che il ROMANO sia stato sollecitato in tal senso dal MONTANTE e ciò sulla base degli ottimi rapporti che lo stesso MONTANTE aveva con l’ORFANELLO. […]

Orbene, riferiva dunque VENTURI che la compagna del Magg. ORFANELLO, Rosario TIRRITO, già dipendente di un supermercato riconducibile a Massimo ROMANO, ad un certo punto era stata assunta presso il CONFIDI presieduto dallo stesso ROMANO.
VENTURI, inoltre, aggiungeva che era suo convincimento, in virtù degli ottimi rapporti intercorrenti tra il Magg. ORFANELLO e MONTANTE, che il passaggio della TIRRITO dai supermercati al CONFIDI fosse da ascrivere all’intervento propiziatore di quest’ultimo.
[…] In effetti, la posizione lavorativa di Rosaria TIRRITO, oltre ad essere descritta da VENTURI, risulta documentalmente provata, essendo stato accertato, previa acquisizione di documenti detenuti dal CONFIDI, che la stessa era stata assunta il 4 ottobre 2010 con contratto a tempo indeterminato (C.N.R. n. 1092/2017 cit., p. 969: “Da ottobre 2010 – ossia quando l’ORFANELLO era in servizio presso il GICO di Caltanissetta – la TIRRITO Rosaria figurava tra i dipendenti del CONFIDI di Caltanissetta, ove veniva acquisita la relativa documentazione che ne datava precisamente l’assunzione al 4.10.2010, con contratto a tempo indeterminato. Tale dato si evinceva altresì anche da fonti aperte: sito on-line Linkedin. Dalla documentazione già acquisita al Confidi, da una nota del 04.10.2010e da una nota del 07.07.2014, si evinceva, rispettivamente, che la stessa veniva assunta con la qualifica di commessa inquadrata al livello 1 del C.C.N.L. settore Credito Assicurazioni, mentre, successivamente, acquisiva la qualifica di impiegata inquadrata al livello 1-2 area professionale del C. C. N.L. Credito Assicurazioni.”).
Può considerarsi, altresì, pacifico che Rosaria TIRRITO, prima di essere assunta al CONFIDI sotto la presidenza di Massimo ROMANO, avesse lavorato in supermercati nisseni riconducibili a quest’ultimo, come emerge dalla banca dati I.N.P.S. (cfr. C.N.R. ult. cit., p. 968) e dall’ammissione, da parte dello stesso ROMANO, che i supermercati, nei quali la TIRRITO aveva svolto le mansioni di cassiera, dovevano considerarsi riconducibili allo stesso, sebbene formalmente estraneo alla relativa compagine sociale.
Nell’occasione, ROMANO riconosceva, altresì, di essere stato lui a fare assumere la TIRRITO nel consorzio, su esplicita richiesta di quest’ultima: […]. Solo per offrire un esempio plastico di ciò che si sostiene, si riporta immediatamente, con riserva di approfondimento postea, un escerto di una
conversazione telefonica (progr. n. 1518) intercorsa tra il Magg. ORFANELLO e Massimo ROMANO in data 4 agosto 2014, nella quale quest’ultimo raccontava al primo di avere detto chiaramente alla TIRRITO, a proposito del suo passaggio presso il CONFIDI, che egli non aveva “preso una ca stava cu strazzatu […]” (ove il termine “strazzatu” deve considerarsi l’equivalente di
nullafacente o di persona di infimo livello), lasciando così intendere che uno dei fattori (in realtà, l’unico fattore, come si vedrà infra) da lui apprezzati per il reclutamento della donna nel consorzio era stata la sua vicinanza all’ufficiale: […].
Come si vedrà nel prosieguo dell’esposizione, la suggestione di una decisione autologa, assunta da ROMANO, su richiesta della sola TIRRITO, non regge all’impatto con l’evidenza offerta dalle conversazioni telefoniche cui si è accennato.
Infatti, il contenuto dei dialoghi intercettati, intercorsi tra il Magg. ORFANELLO e ROMANO e tra il medesimo ORFANELLO e la propria compagna, Rosaria TIRRITO, appare dirimente nella dimostrazione che l’autentico profilo causale dell’assunzione di quest’ultima nel consorzio fu un atto di riguardo nei confronti dell’ufficiale, previo nulla osta di MONTANTE.
In particolare, come emerge dalla C.N.R. n. 1092/2017 cit. (da p. 998; cfr. altresì nota della squadra mobile di Caltanissetta di cui all’allegato n. 343 della C.N.R. menzionata), già la conversazione (progr. n. 1518) del 4 agosto 2014, intrattenuta tra ORFANELLO e ROMANO, mostrava l’ingerenza del primo nella gestione del rapporto di lavoro che la donna aveva con il secondo all’interno del CONFIDI, tanto che l’ufficiale si faceva portavoce delle rimostranze della stessa a causa della riduzione delle ore di lavoro e della sua aspirazione alle modifiche contrattuali.
Era questa l’occasione nella quale ROMANO, come già accennato, riferiva ad ORFANELLO il discorso che egli aveva fatto alla TIRRITO, ricordandole che la sua vicinanza all’ufficiale era stato uno dei motivi (in realtà, l’unico, come vedremo e come già anticipato) che l’avevano indotto a decidere di impiegarla nel CONFIDI: […].
Drammaticamente rivelatrice è, peraltro, l’epilogo dell’intercettazione di una telefonata avuta dalla TIRRITO con la sorella (progr. n. 2112 del 21 febbraio 2016, per cui cfr. all. 372 della C.N.R. n. 1092/2017, cit.), nel corso della quale la prima arrivava a definire ORFANELLO, per il periodo antecedente alla sua sospensione dal servizio, quale il “padrone di Caltanissetta”, volendo significare – ciò che per la verità la donna esplicitava con una chiarezza imbarazzante – di avere ottenuto importanti benefici in ambito lavorativo proprio grazie al ruolo in precedenza assolto dal compagno all’interno del comando provinciale della Guardia di Finanza.

[…] Non può non riconoscersi come i dialoghi captati, grazie alla chiara confessione stragiudiziale, per via telefonica, del Magg. ORFANELLO e al contributo ulteriormente chiarificatore offerto, eadem via, dalla compagna di quest’ultimo, Rosaria TIRRITO, abbiano lasciato emergere, in prima battuta, come l’assunzione della stessa all’interno del consorzio costituì una graziosa concessione di ROMANO all’ufficiale della Guardia di Finanza.
Approfondendo ulteriormente le acquisizioni probatorie, peraltro, è agevole risalire integralmente la catena eziologica che aveva condotto a tale assunzione, fino alla conferma dell’esattezza del convincimento di VENTURI, secondo il quale la decisione di cooptare la TIRRITO nel consorzio doveva essere stata influenzata dalla volontà di MONTANTE.
In effetti, man mano che ROMANO cominciava a rendere dichiarazioni meno inveritiere di quelle originariamente confluite nel verbale di sommarie informazioni (lo stesso, infatti, veniva prima sentito come persona informata dei fatti, poi come indagato, venendo sottoposto ad interrogatorio), si evinceva che l’impiego della TIRRITO nel consorzio, preceduto dalla richiesta dell’ufficiale di adibirla a mansioni di carattere amministrativo, era stato filtrato dal nullaosta di MONTANTE, già urtato nella sua sensibilità per l’assunzione di Giuliana ARDIZZONE, nel medesimo consorzio, insciente domino. In particolare, a richiedere l’imprimatur di MONTANTE era stato proprio
ORFANELLO, su indicazione dello stesso ROMANO.

[…] L’ammissione di ROMANO circa il ruolo autorizzatorio assolto da MONTANTE nell’assunzione della TIRRITO nel CONFIDI trova riscontro in tutte quelle conversazioni, regolarmente captate, nelle quali ORFANELLO, parlando con SACCIA, auspicava la possibilità di riattivare il canale sinallagmatico aperto con l’imprenditore di Serradifalco, temporaneamente sospeso per via dell’indagine che aveva riguardato quest’ultimo. Ciò che presuppone, sul piano logico, che già in passato lo stilema, che aveva connotato i rapporti tra l’ufficiale e l’imprenditore di Serradifalco, aveva recato l’impronta utilitaristica.
[…] Non è un caso che l’ufficiale, come si arguisce dalle medesime intercettazioni, avesse manifestato il timore che le perquisizioni sul conto di MONTANTE potessero fare affiorare tracce documentali circa l’intenzione di quest’ultimo di aiutarlo (“mettiamo caso che ci trovano una pen drive o un appunto in cui dicono … Orfanello è amico mio e voglio un attimino vedere come poterlo
aiutare…”).

[…] E’ chiaro che l’affidamento indiscusso di ORFANELLO sulla capacità di MONTANTE di reperire posti di lavoro e sostenere carriere professionali, si va a saldare con l’assunto di ROMANO per cui fu proprio MONTANTE a consentire l’assunzione della TIRRITO nel CONFIDI.
Ciò consente di comprendere il senso di un’altra conversazione (progr. n. 849; vd. all. 386 alla C.N.R. n. 1092/2017, cit.), già esaminata (§ 3.1.), datata 26 dicembre 2015, nella quale ORFANELLO, condividendo lo smarrimento della compagna per l’improvviso licenziamento dal consorzio, la invitava ad accettare il rientro nei supermercati di ROMANO in attesa che MONTANTE superasse la bufera investigativa e potesse cambiare lo stato delle cose (“cioè i guai finiranno pure per lui.. ma noi aspettiamo, cioè non.. cerchiamo di sopravvivere Rosaria…”).
ORFANELLO, peraltro, esprimeva certezza sull’aiuto dell’imprenditore, in quanto quest’ultimo aveva rotto il lungo silenzio telefonico per porgergli gli auguri natalizi, avendone apprezzato la solidarietà in quel momento, per lui delicato, di coinvolgimento nell’indagine: […].
Ora, l’attesa del revival di MONTANTE per ripristinare lo status quo ante afferente all’attività lavorativa della TIRRITO costituisce un argomento legato da un rapporto di specularità logica all’argomento originario, introdotto dalle dichiarazioni del coimputato, ROMANO, secondo cui era stato proprio MONTANTE a filtrare l’assunzione della compagna dell’ufficiale, in quanto l’imprenditore di Serradifalco ci teneva a rivendicare la paternità dei favori che venivano elargiti.
Cosi esaminati tutti gli elementi di prova emersi, l’intuizione di VENTURI circa il ruolo assolto da MONTANTE nell’assunzione della TIRRITO nel CONFIDI ne riceve ampia validazione, atteso che tale circostanza è ammessa da ROMANO con dichiarazioni che risultano riscontrate da una pluralità di elementi:
l’effettiva esistenza di un rapporto personale, tra ORFANELLO e MONTANTE, che trascendeva la giustificazione istituzionale (vd. § 3.1);
la disponibilità di ROMANO, come vedremo meglio infra, ad assumere soggetti su richiesta di MONTANTE;
l’ammissione di ORFANELLO, nelle intercettazioni da ultimo esposte, di avere richiesto, sebbene in misura inferiore a quanto avrebbe potuto, delle utilità a “questa gente” (da identificarsi, per i motivi enunciati nel brano dell’ordinanza cautelare sopra riportato, anche in MONTANTE);
l’attesa, da parte dell’ufficiale, del rientro in corsa di MONTANTE per ottenere il ripristino della situazione lavorativa della compagna;
le lagnanze dello stesso per non avere potuto approfittare tempestivamente del periodo aureo di MONTANTE, per ottenere posti di prestigio;
il suo timore che le perquisizioni nei riguardi di MONTANTE potessero portare alla emersione di dati sull’intenzione di quest’ultimo di “aiutarlo”.
Alla luce di tale compendio probatorio, pertanto, deve considerarsi provato che l’assunzione di Rosaria TIRRITO, sollecitata dal Magg. ORFANELLO, ebbe come sponda interlocutoria determinante tanto ROMANO quanto, ancor più, MONTANTE.

 

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