Il caposcorta lontano dallo scortato

19Un’altra decisione non del tutto condivisibile è la scelta di Santostefano e del vicequestore aggiunto Manganaro di portare Antoci a bordo del suv di Manganaro non verso un centro abitato ma in un vicino rifugio del parco, il “Casello Muto”, pur non sapendo nulla sulle intenzioni degli assalitori (quanti erano? Quanto armati e determinati? Ormai in fuga o ancora nascosti nel bosco?).

Questa la spiegazione di Santostefano alla Commissione Antimafia:
ASSENZA, componente della Commissione: La decisione di andare al rifugio l’ha presa lei o l’ha presa Manganaro?
SANTOSTEFANO: Io
ASSENZA, componente della Commissione: Anche se Manganaro è un suo superiore, in quell’occasione è lei che decide, se non ricordo male le regole…
SANTOSTEFANO: Certo.
ASSENZA, componente della Commissione: (La decisione) di farlo salire sul fuoristrada, che evidentemente non era una macchina blindata, l’ha presa lei?
SANTOSTEFANO: Sì… perché non conoscevo le condizioni del veicolo che era stato colpito, cioè il nostro.
(…)
FAVA, Presidente della Commissione: Lei mi conferma che il serbatoio delle auto blindate è una delle parti più protette?
SANTOSTEFANO: Non lo posso confermare, non sono un tecnico…
FAVA, Presidente della Commissione: Mi scusi, ci ha detto che ha cominciato a fare questo lavoro negli anni ’90, quindi ha un’esperienza più che ventennale. Per cui le saprà qual è il grado di resistenza di un’auto blindata nel momento in cui la carrozzeria non viene perforata, sarà in condizione di sapere se l’auto può essere ancora utilizzata o è un’auto che rischia di procurare danni peggiori.
SANTOSTEFANO: Sì, per carità una cosa è la teoria, una cosa è la pratica…
FAVA, Presidente della Commissione: Stiamo cercando di capire, proprio sul piano della pratica, come sia possibile che si decida di abbandonare l’unica garanzia, cioè un’auto blindata che offre, come ha offerto in quel caso, protezione fisica (alla personalità), per scegliere un’auto non blindata, con persone armate con intenzioni omicide che sono nel bosco… con l’esperienza che ha lei sull’auto blindata e sul fatto che un’auto blindata, come ci insegna purtroppo l’esperienza di questi trent’anni di mafia in Sicilia, o si fa saltare in aria o è difficile che possa essere fermata… perché si abbandona l’auto blindata?
SANTOSTEFANO: Comprendo perfettamente quello che dice lei… Presidente, io penso una cosa: l’auto è stata colpita, non so che danni ha… se è marciante o meno nelle gomme… le gomme non sono antiproiettili… Perché io ho deciso… ho accordato… il dottore mi ha detto “dobbiamo portarcelo via da qua”.
D’AGOSTINO, componente della Commissione: Manganaro le dice di portarlo via. Lei dice sì e scegliete di utilizzare il Suzuki… ma chi decide di portarlo al rifugio?
SANTOSTEFANO: Io!
D’AGOSTINO, componente della Commissione: Lei questo rifugio lo conosceva?
SANTOSTEFANO: Certo, io c’ero già andato altre volte… perché comunque se n’è parlato di ‘sto rifugio, anche nei giornali…
D’AGOSTINO, componente della Commissione: E Manganaro non sapeva che c’era questo rifugio?
SANTOSTEFANO: Manganaro certo che lo conosceva pure lui, è normale.

Che il rifugio quella notte fosse sorvegliato da personale armato del Parco è invece una circostanza che Manganaro – così ci riferisce in Commissione – ignorava.
D’AGOSTINO, componente della Commissione: Questo “Casello Muto”, peraltro a totale conoscenza di tutti che fosse vigilato…
MANGANARO: Non mia onorevole… io non ero mai entrato…

Dopo essere arrivati a bordo del suv al “Casello Muto” ed aver svegliato il personale di sorveglianza, Santostefano si allontanerà per raggiungere i colleghi Proto e Granata sul luogo dell’attentato, lasciando Antoci in compagnia del vicequestore aggiunto Manganaro.
Per la seconda volta, nel corso della stessa serata, il caposcorta si separa dalla personalità della cui sicurezza è responsabile. La Commissione ha provato a ricostruire le ragioni di questo comportamento, non certo consueto.
SANTOSTEFANO: Sono arrivato al Rifugio del Parco e il corpo di vigilanza ci ha aperto, hanno appreso la notizia… li abbiamo fatti entrare dentro, il dottor Manganaro e il presidente Antoci… subito il tempo di sganciare loro sono risceso…
ASSENZA, componente della Commissione: È normale che essendo rimasto nell’auto blindata uno della scorta, l’altro lo accompagni nel rifugio e poi lascia la personalità scortata, sia pure in sicurezza con altri?
SANTOSTEFANO: In quel contesto bisogna darsi da fare più possibile, per cercare di evitare…
ASSENZA, componente della Commissione: Di evitare che cosa?
SANTOSTEFANO: La personalità era al sicuro. C’era un mio funzionario di polizia. C’era polizia del parco…
ASSENZA, componente della Commissione: E lei da capo scorta lo poteva lasciare senza nessun un altro componente della scorta?
SANTOSTEFANO: Avevo dei componenti la sotto che non sapevo le condizioni…
(…)
FAVA, Presidente della Commissione: Perché Santostefano lascia, ed è la seconda volta che accade nella serata, la personalità scortata per andare di nuovo sul posto della sparatoria?
MANGANARO: Eravamo dentro un mega rifugio con la vigilanza armata… la personalità era al sicuro, presuppongo che è andato a dare manforte giù ai ragazzi… non mi ricordo, non ci penso…
FAVA, Presidente della Commissione: Però converrà sul fatto che c’era una modalità strana nei confronti del dottor Antoci quella sera…
MANGANARO: Sono d’accordo pienamente con lei presidente, ma sono momenti di concitazione…
La Suzuki Vitara, così si legge nel verbale di sopralluogo, verrà posteggiata “subito dopo” l’auto blindata di Antoci.
Nel corso di quella notte, i primissimi rilievi – di fatto – non verranno effettuati sullo stato delle cose al momento dell’attentato: i massi sono stati ormai spostati e l’autovettura di Manganaro è in una posizione diversa rispetto a dove si era arrestata al momento dell’agguato.

Fonte mafie blog autore repubblica