Già due mesi fa, prima del crollo nella galleria Bertè sull’A26, erano state segnalate almeno 105 gallerie a rischio
Sicurezza autostrade, gallerie a rischio: il documento del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici
Due mesi prima del crollo nella galleria Bertè sulla A26, il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici in un documento inviato alla direzione generale del Mit, ad Autostrade, al Dipartimento dei Vigili del Fuoco e a tutti i Provveditorati alle Opere pubbliche d’Italia segnalava “105 gallerie a rischio, sparse su tutta la rete autostradale gestita da Aspi”. Ma, oltre a queste, “ce ne sono un’altra novantina, in carico ad altre concessionarie e probabilmente in altre lettere spedite ai gestori”. E’ quanto scrivono oggi ‘La Repubblica’ e La Stampa. “La lettera del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, datata 7 novembre 2019, acquisita nelle diverse indagini e perquisizioni compiute dalla Guardia di Finanza (Primo Gruppo e Nucleo Operativo metropolitano) sui 43 morti del 14 agosto 2018, sui falsi report dei viadotti ‘malati’, sulle barriere antirumore a rischio crollo, è finita agli atti dell’inchiesta sul cedimento in galleria”, scrive Repubblica.
Sicurezza autostrade, gallerie a rischio: molte si trovano fra Liguria e Piemonte
Delle 105 gallerie in carico ad Aspi, una decina si trova lungo le dorsali appenniniche tra Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna. Oltre la Bertè, sullaA26, ci sono la Turchino, vicino Genova, mentre più a Nord la Mottarone, a Verbania; la Coronata sulla A-10, Genova-Savona, limitrofa al viadotto Morandi; sulla A12 Genova-Rosignano ci sono la Monte Quezzi, la Veilino, la Monte Sperone e la Maddalena tra Rapallo e Sestri Levante; sulla A7, la Genova-Milano Serravalle, la Bolzaneto Uno, la Monte Sperone e la Monreale. Nel Nord Est, la Tarvisio sulla A23, la Udine Tarvisio. Sulla A14 Adriatica la Pedaso e la Casello Grottamare, chiusa il 23 agosto del 2018 per un incidente provocato dall’incendio di un camion, riaperta dopo 6 mesi.