I lavoratori Asu proclamano lo stato d’agitazione, pronti ad incrociare le braccia

I lavoratori ASU di palazzo Longano hanno proclamato lo stato d’agitazione e sono pronti ad incrociare le braccia, se entro 10 giorni non si farà chiarezza sulla loro procedura di stabilizzazione. Una parte dei 46 lavoratori si è riunita in assemblea, indetta dall’UGL-ALE, a cui erano invitati anche i rappresentanti dell’amministrazione, che però hanno marcato visita per impegni istituzionali. Dopo un confronto intero tra le diverse forme di protesta da attuare, l’assemblea, coordinata dai sindacalisti Iano Iraci e Pierdomenico Imbesi, ha deliberato di sottoscrivere un documento con cui si proclama da subito lo stato di agitazione, chiedendo passi chiari e decisivi verso la stabilizzazione delle loro posizioni contrattuali. 

La preoccupazione dei lavoratori nasce dal mancata condivisione della linea seguita dall’amministrazione, con la contrattualizzazione degli ASU in soprannumero, applicando la legge 160 del 30 dicembre 2019. Altri comuni siciliani, come Sant’Agata di Milatello, che hanno percorso la stessa procedure hanno ottenuto il parere negativa della commissione Cosfel alla concessione del nullaosta, contestando che la legge nazionale non è applicabile in Sicilia. I lavoratori di Barcellona temono che possa arrivare la stessa valutazione anche per l’istanza presentata dagli uffici di Palazzo Longano e per questo chiedono che si torni sul vecchio percorso tracciato in fase di concertazione con i rappresentanti sindacali, che prevedeva la rimodulazione dalla dotazione organica, per fare spazio ai posti necessari all’assorbimento dei lavoratori ASU. Quella decisione venne contestata dai lavoratori di ruolo che non avrebbero potuto ottenere il loro diritto alla progressione verticali ed allo scatto di carriera atteso da anni e previsto dal contratto nazionale di lavoro. Si arrivò così alla soluzione di compromesso, proposta dal nuovo segretario generale Giuseppe Torre, con l’assunzione in soprannumero dei lavoratori ASU, a cui sarebbe stato garantito il graduale inserimento in pianta organica nel corso degli anni. Su questo punto però il parere della Cosfel sembra negativo e quindi la procedura di stabilizzazione per questi 46 lavoratori rischia di saltare, per essere rinviata se va bene nell’autunno 2020. Da qui è nasce la decisione di indire lo stato di agitazione e di avviare le procedure per uno sciopero da una decina di giorni, se non sarà tracciato un percorso chiaro di stabilizzazione.

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