Sei colpi di calibro 9 per Stella

Era una tranquilla serata di metà giugno in via Milano a San Severo, Foggia. Stella Costa venne uccisa da un colpo di pistola. Dall’atra parte, ad impugnare l’arma, c’era il diciottenne Giuseppe Anastasio. Era il 18 giugno 2002.
Mancavano due giorni al solstizio d’estate, ma per una ragazzina di 12 anni quest’ultima era già cominciata da qualche settimana, con la fine della prima media. In questo periodo dell’anno le serate restano illuminate fino a tardi dall’aranciato pallore del tramonto. Normalmente, Stella e le amiche si ritrovano dopo cena nel cortile fuori casa per chiacchierare e godere del tepore dei primi caldi estivi.
Il 18 giugno, Stella Costa uscì alla porta del suo condominio  e attraversò la strada per raggiungere la sua vicina e amica Catia. Aveva in mano un sacco, forse era la spazzatura da andare a buttare.  Le due amiche si stavano avvicinando per parlare, quando si sentì sparare. Uno, due, tre colpi. Catia corse dentro casa immediatamente. Quattro, cinque. La gente che affollava la via si dileguò.
Sei colpi di calibro 9 vennero sparati contro due ragazzi che rimasero illesi. A perire sotto due di questi colpi fu solo Stella, colpita al petto. La madre, corse a vedere la figlia, non si rese conto subito di quanto accaduto. La bambina arrivò morta all’ospedale.
Nei giorni seguenti vennero interrogati i molteplici testimoni presenti alla sparatoria che dichiararono di aver visto due ragazzi in motorino passare velocemente e sparare. Si trattava di Giuseppe Anastasio e del fratello, complice per aver guidato il motorino.
Non solo, poche ore prima, nella piazza di San Severo, si era consumata una lite molto accesa fra due giovani donne, subito ricollegata al diciottenne originario di San Severio, che mosso da gelosia, decise di farsi giustizia da solo contro il suo “rivale in amore”.
Giuseppe Anastasio venne condannato a 12 anni di carcere con rito abbreviato e una volta uscito anzitempo ricominciò vivere la sua carriera nel crimine organizzato.  Nel 2014 venne incarcerato nuovamente per detenzione e spaccio di stupefacenti grazie a quella che fu chiamata l’operazione “Pink Lady”, per l’elevato numero di quote rosa coinvolte nel business. Fu trovato morto nella sua casa a San Severo il 4 febbraio 2017. Insomma, non uno qualunque quell’Anastasio…
Rimane allora quel nome. Stella. Una dodicenne che aveva appena cominciato le vacanze estive. Era una bambina che si accingeva a diventare ragazza, che ancora non poteva conoscere le logiche legate a una relazione amorosa, ma abbastanza grande per capire che non ci si fa giustizia da soli. Mentre tutti riuscirono a scappare, lei si accasciò a terra. Morì così, nel tepore estivo.

 

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