Feltri e “i meridionali inferiori”: l’editoriale di Matteo Collura

Il giornalista e scrittore agrigentino, Matteo Collura, editorialista de “Il Messaggero” e del “Corriere della Sera”, è intervenuto ieri domenica 26 aprile con un editoriale sul “Messaggero” in riferimento alle polemiche divampate a seguito delle dichiarazioni di Vittorio Feltri sulla “inferiorità dei meridionali”. Il testo integrale:

“Non credo ai complessi d’inferiorità. Credo che in molti casi i meridionali
siano inferiori”. Così Vittorio Feltri in una trasmissione televisiva, che non
ho visto, ma di cui ormai so tutto perché ho avuto la registrazione. C’era da
aspettarsi che l’ineguale distribuzione della pandemia in Italia avrebbe
risvegliato sopiti pregiudizi e rancori. Tuttavia, da meridionale quale sono,
il giudizio di Feltri non mi ha offeso, anzi mi ha fatto capire meglio. Sì,
perché da anni – da siciliano, e dunque meridionale a tutti gli effetti – non
faccio che domandarmi perché i miei corregionali siano convinti di essere
creature perfette. Altro che inferiori ai lombardi o ai veneti: perfetti!
In proposito, il principe di Salina, protagonista del “Gattopardo”, romanzo
che certamente Feltri conosce, al suo interlocutore piemontese dice una
urticante verità: “La ragione della diversità dev’essere in quel senso di
superiorità che barbaglia in ogni occhio siciliano, che noi stessi chiamiamo
fierezza, che in realtà è cecità… Questi sono discorsi che non si possono
fare ai Siciliani: ed io stesso, del resto, se queste cose le avesse detto lei,
me ne sarei avuto a male”. Quel “barbaglio di superiorità” si coglie anche negli occhi dei campani, dei calabresi, dei pugliesi (e anche dei romani); ed è quello che forse ha irritato Feltri. I meridionali sanno benissimo di essere un problema per l’Italia del Nord e per l’Europa, e sanno anche che non è questione di superiorità o
inferiorità, ma dei guasti provocati dalla storia: appena unificata l’Italia, il
Nord si trovò già a Nord, a contatto con l’Europa, mentre il Sud venne
lasciato nel suo marginale abbandono. Ancora dal “Gattopardo”: “… tutti
questi governi, sbarcati in armi da chissà dove, subito serviti, presto detestati, e sempre incompresi, che si sono espressi soltanto con opere
d’arte per noi enigmatiche e con concretissimi esattori d’imposte spese poi
altrove…” Inferiori? Superiori? Non è questo il punto.

Matteo Collura