In questa ricostruzione documentale sulla recente archiviazione relativa al procedimento penale riguardante l’attentato a Giuseppe Antoci, che è stata inviata alla Procura di Reggio Calabria ed al Consiglio Superiore della Magistratura per le valutazioni del caso, sono riportati alcuni atti giudiziari che riguardano il Procuratore della Repubblica di Messina, Maurizio De Lucia.
A proposito del Procuratore De Lucia, quello che ha archiviato, in fretta e furia, il procedimento penale sull’attentato a Giuseppe Antoci…
Alla Festa Nazionale dell’Unità a Ravenna, sabato 1 settembre 2018 … chi c’erano?
C’erano proprio loro ed hanno tenuto, assieme, il seguente convegno:
‘Alle ore 21.30 – La mafia ieri e oggi. Risultati e impegni’: con Giuseppe Antoci, Maurizio De Lucia, Giuseppe Lumia, Davide Mattiello, Anna Rossomando, Armando Spataro. Modera: Alessio Ribaudo’.
Casualità !!!
Ecco perché forse, il procuratore di Messina De Lucia, in questi giorni, ha chiesto ed ottenuto l’archiviazione del caso Antoci, senza svolgere alcuna attività d’indagine, malgrado le allarmanti considerazioni contenute nella relazione dell’antimafia regionale siciliana. Si è affrettato nel chiedere l’archiviazione del procedimento penale riguardante l’attentato a Giuseppe Antoci, senza tenere minimamente conto delle palesi incongruenze e contraddizioni relative all’inchiesta condotta qualche anno fa. Addirittura, nell’ordinanza di archiviazione, sono state definite ‘elucubrazioni’ quelle di Claudio Fava e della Commissione Regionale Antimafia che presiede.
Dal canto suo la Commissione Nazionale Antimafia, come se fosse stato azionato una specie di congegno ad orologeria, lo stesso giorno che il De Lucia chiedeva ed otteneva l’archiviazione del caso Antoci imbastiva, nel corso di una inquietante audizione di Claudio Fava, una sorta di processo a suo carico.
Se leggete i documenti, nonché quanto riportato nella presente ricostruzione, ed ancora il capitolo del mio libro intitolato ‘Il sistema Montante’, da pag. 111 a pag. 116, che riguarda proprio il caso Antoci, capirete il perché della frenesia degli uffici giudiziari di Messina e del nervosismo dell’Antimafia Nazionale. Bisognava mettere subito una seconda pietra tombale sopra questa inquietante storia! E’ la seconda volta infatti che, sempre la Procura ed il Tribunale di Messina, a distanza di ormai più di 4 anni da quell’attentato, non riesce a trovare né il movente, né i mandanti e né tanto meno gli esecutori materiali. Eppure, all’opinione pubblica, è stata data in pasto, ancora una volta, anche in questi giorni, la versione secondo cui è stata la mafia dei Nebrodi ad avere eseguito quell’attentato, fortunatamente fallito.
Ecco perché hanno bacchettato in malo modo il presidente dell’Antimafia Regionale, Claudio Fava: è stato ritenuto colpevole di avere tentato di cercare la verità, assieme alla Commissione d’Inchiesta da lui presieduta.
Ecco perché adesso ci siamo rivolti alla Procura competente nel valutare l’operato dei magistrati di Messina, quella di Reggio Calabria.
Visionate queste due INCREDIBILI pagine di verbale di DI SIMONE PERRICONE DIEGO…
Pagine 322 e 323 del…
E per completare …
Caso Amara, i Ros sbarcano al Tribunale di Messina per acquisire tutti i documenti
«… In alcune parti, il racconto di Amara al giudice romano Sabelli, incrocia anche le attività di Antonello Montante, l’ex presidente di Confindustria Sicilia che aveva a capo dell’Eni, Emma Marcegaglia: da alcuni appunti scoperti nella stanza della legalità dell’ex cavaliere del lavoro di Serradifalco è emerso che un importante magistrato messinese, per ben ventiquattro volte si sia incontrato con il responsabile della legalità nisseno, in occasioni conviviali, fuori dal circuito istituzionale. Caso Amara, i Ros sbarcano al Tribunale di Messina per acquisire tutti i documenti. Ad alcuni incontri, è emerso, oltre che il deputato Beppe Lumia, partecipava anche Diego De Simone, responsabile della security nazionale di Confindustria, proveniente dalla Questura di Palermo, di recente condannato dal Tribunale di Caltanissetta per accesso abusivo allo Sdi, il servizio consultazione dati delle forze dell’ordine. A Caltanissetta sono inquisiti anche esponenti dei servizi segreti italiani. Al centro delle indagini anche alcune commissionate dall’Eni a una società del gruppo Montante, della quale ha fatto parte l’ex vicepresidente del servizio legalità dei Confindustria, Ivan Lo Bello.”
Sempre a proposito della Festa Nazionale de l’Unità, svoltasi dal 24agosto al 10 settembre 2018 riportiamo il link di radio Radicale relativo al video relativo al dibattito con Giuseppe Antoci (Responsabile Legalitàdel Pd), Maurizio De Lucia (Procuratore della Repubblica di Messina), Giuseppe Lumia (già capogruppo Pd in Commissione Antimafia), Davide Mattiello (già membro della Commissione Antimafia, Pd), Anna Rossomando (Senatrice Pd), Armando Spataro (procuratore della Repubblica di Torino).
Archiviazione del caso Antoci: De Lucia, chi era costui? Batman (il colonnello di Montante D’Agata) forse ce lo spiega…
Noi avanziamo qualche ipotesi, ammesso che è ancora lecito esprimere le nostre opinioni e che ancora esistono in Italia la libertà di parola e lo Stato di Diritto.
E poi, non è che a condizionare alcuni zimbelli che disonorano il Parlamento Nazionale, c’è sempre qualche apparato deviato dello Stato? Probabilmente più di qualcuno è ancora legato al ‘SistemaMontante‘. Ecco perché con noshalance e con una certa arroganza, tipica di certi poteri, si è deciso di non decidere nulla sul caso Antoci, tentando di rivoltare la frittata ‘antimafiosa’ e, soprattutto, trattando a pesci in faccia, tanto per usare un eufemismo, il Presidente della Commissione Regionale Antimafia. Senza tenere conto che il caso Antoci, in maniera del tutto affrettata è stato archiviato, per la seconda volta, senza svolgere alcuna attività d’indagine. Gli interessi in gioco, per niente leciti, di cui si è occupata l’Antimafia Siciliana, come potete ben capire, sono enormi. Ecco perché alcuni personaggi delle Istituzioni, davvero inquietanti, si sono messi all’opera per fermare, una dopo l’altra, tutte quante le attività di indagine; sia quelle giudiziarie che quelle parlamentari, nel tentativo di fare finire tutto quanto a coda di sorcio. Ricoprendo per giunta di fango chi aveva iniziato a spalare, proprio quel fango istituzionale che ricopre la Regione Siciliana, da tempo immemore.