Recovery Plan: le nuove misure per rilanciare il settore turistico e culturale Paola Mansi, socio Aidr e uffici di staff AgID

Recovery Plan: le nuove misure per rilanciare il settore turistico e culturale

Paola Mansi, socio Aidr e uffici di staff AgID

L’impegno dell’Unione Europea verso il nostro Paese nei prossimi sei
anni (2021-2026), dunque, è pari a circa 210 miliardi di euro, che
arrivano addirittura a 310 miliardi se viene considerata anche la
programmazione di bilancio per il quinquennio 2021-26. È il Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il dossier che l’Italia
dovrà presentare a Bruxelles entro fine aprile per ottenere i fondi
necessari per la ripresa post pandemia.
Un secondo Piano Marshall – come è stato da molti definito – e un
impegno senza precedenti. Una grande occasione per lo sviluppo del
Paese nel futuro prossimo, che chiama gli italiani a uno sforzo
collettivo e urgente.
La prima missione, dedicata al tema “Digitalizzazione, innovazione,
competitività e cultura”, si pone come obiettivo la modernizzazione
del Paese, abbracciando la rivoluzione digitale sia nella pubblica
amministrazione che nel suo sistema produttivo, prevedendo le
necessarie riforme di sistema – quella della Giustizia e il
completamento di quella della Pubblica Amministrazione – e, infine,
investendo nei settori che più caratterizzano l’Italia e ne
definiscono l’immagine nel mondo: il Turismo e la Cultura.
Il tema del turismo ricorre spesso – già associato alla stagione
estiva 2020 e oggi anche all’incertezza della ripartenza e alla
chiusura del comparto sciistico – e risulta sempre attuale: non solo
per il notevole valore del patrimonio culturale e paesaggistico,
riconosciuto in tutto il mondo, ma anche e soprattutto per la crisi di
un intero settore, che forse più di tutti ha pagato e sta pagando le
conseguenze della pandemia da Covid-19.
Non a caso lo stesso premier Draghi ha dichiarato con forza, in
occasione del suo discorso al Senato, che il turismo deve essere un
valore fondamentale da sviluppare e tutelare: «Dopo la pandemia alcuni
non riapriranno, ma il turismo riaprirà. Investire nel turismo,
sostenerlo, non significa buttare via i soldi. Perché quei soldi
torneranno indietro». Il premier, tuttavia, ha sottolineato anche
l’importanza del cambiamento: «Alcuni modelli di crescita dovranno
cambiare. Ad esempio il modello di turismo, un’attività che prima
della pandemia rappresentava il 14% del totale delle nostre attività
economiche. Imprese e lavoratori in quel settore vanno aiutati ad
uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ma senza scordare che il
nostro turismo avrà un futuro se non dimentichiamo che esso vive della
nostra capacità di preservare, cioè almeno non sciupare, città d’arte,
luoghi e tradizioni che successive generazioni attraverso molti secoli
hanno saputo preservare e ci hanno tramandato».
Dichiarazioni che ci lasciano ben sperare.
Nella fattispecie del settore turistico-culturale, è necessario non
solo un intervento di sostegno reale, ma anche una visione, una
strategia di sviluppo, un’idea di espansione per rafforzare la nostra
industria.
Di sicuro, le somme dedicate e inserite nel piano non sono
sufficienti, considerando che turismo e cultura sono due linee di
intervento, seppur interconnesse, comunque differenti. Al momento, è
quantomeno importante fare sinergia tra i macro attori coinvolti nella
filiera e concentrare gli sforzi in progetti di sviluppo che mirino
principalmente a fare sintesi, tra innovazione, green e patrimonio
culturale.

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Cosa prevede il recovery in pillole alla voce “Turismo e Cultura 4.0”
Nel piano si punta ad obiettivi legati principalmente ad una
modernizzazione del patrimonio culturale, sia in termini di
accessibilità che di fruizione, suddividendo gli interventi in tre
grandi aree: “Patrimonio culturale per la EU Next Generation”; “Siti
Minori, Aree Rurali e Periferie”; e “Turismo e Cultura 4.0”.
“Patrimonio culturale per la EU Next Generation”
La prima area di intervento della linea di azione consiste nel
potenziamento del Piano Strategico Grandi Attrattori
Turistico-Culturali, che prevede l’investimento nella rigenerazione
del patrimonio culturale e urbano in alcune delle principali città
italiane. Si tratta di provvedere al restauro e alla
rifunzionalizzazione di complessi di elevata valenza
storico-architettonica e testimoniale con la finalità di incrementare
l’attrattività, la funzionalità e la valorizzazione dei siti e di
stimolare piattaforme e strategie digitali, sia per l’accesso che per
l’organizzazione e l’incremento del patrimonio culturale italiano.
Una trance di fondi di questo capitolo sono poi destinati alla
creazione di piattaforme e strategie digitali per l’accesso al
patrimonio culturale, per incrementare, organizzare e integrare
l’immenso patrimonio digitale prodotto nel corso degli anni da
archivi, biblioteche, musei e in generale dai luoghi della cultura,
per consentire a cittadini e operatori nuove esperienze di fruizione e
per migliorare l’offerta di servizi.
Si prevede la realizzazione di un Piano strategico per l’eliminazione
delle barriere architettoniche (P.E.B.A) senso-percettiva, culturale e
cognitiva e di fruizione diffusa nei luoghi della cultura italiani e
la realizzazione di un sistema informativo per la qualità della
fruizione del patrimonio culturale da parte di persone con esigenze
specifiche. Verranno inoltre realizzate attività di formazione sui
temi della fruizione ampliata al patrimonio ai professionisti del
settore.
Viene previsto anche una importante area di investimento, “Caput
Mundi”, con cui si vuole definire un processo innovativo di
valorizzazione del patrimonio archeologico, culturale e turistico su
Roma usando l’opportunità offerta prossimo Giubileo del 2025.
“Siti Minori, Aree Rurali e Periferie”

La seconda area di intervento prevede azioni mirate per i piccoli
borghi storici e rurali con un Piano Nazionale Borghi. Pertanto
dovranno essere definiti specifici progetti di rigenerazione urbana, a
base culturale, incentrati sulle comunità locali, con il fine di
sostenere la realizzazione e il potenziamento dell’offerta di attività
culturali e creative, favorendo la rinascita delle antiche strutture
agricole e dei mestieri tradizionali (ad esempio l’artigianato).
Si sosterrà l’attivazione di iniziative imprenditoriali e commerciali,
tra le quali nuove modalità di ricettività quali ospitalità diffusa e
albergo diffuso, per la rivitalizzazione del tessuto socio-economico
dei luoghi, contrastando lo spopolamento dei territori e favorendo la
conservazione del paesaggio e delle tradizioni e riqualificando
l’edilizia rurale e storica.
Per diffondere attività culturali e creative e rafforzare il tessuto
sociale, si investirà nella riqualificazione di luoghi identitari,
periferie, parchi e giardini storici, sostenendo progetti partecipati
di rigenerazione urbana a base culturale, incentrati sulle comunità
locali che vedranno protagoniste le amministrazioni comunali, con il
fine di sostenere la realizzazione e il potenziamento dell’offerta di
attività culturali e creative. Si prevedono anche interventi di
riqualificazione di beni immobili pubblici destinati ai servizi
sociali e culturali, educativi, in condizioni di degrado e/o non
utilizzati.
Insieme alla valorizzazione dei luoghi identitari, grande attenzione
verrà riservata all’ambiente attraverso la riqualificazione di parchi
e giardini storici: per la prima volta in modo sistematico, sono
previsi investimenti per svolgere attività di manutenzione, gestione e
fruizione pubblica.
“Turismo e Cultura 4.0”

Turismo e Cultura 4.0, infine, si prefigge l’obiettivo di promuovere
l’interazione tra scuola, università, impresa e luoghi della cultura,
sulla base di strategie locali di specializzazione intelligente anche
grazie alla messa in rete tra le imprese creative e artigianali con
attività di formazione specialistica e affiancamento.
Fondi sono previsti per supportare gli operatori culturali nella
transizione green e digitale, con interventi per favorire la domanda e
la partecipazione culturale, incentivando la transizione tecnologica
degli operatori culturali e la partecipazione attiva dei cittadini;
migliorare ecosistema nel quali i settori culturali e creativi
operano, sostenendo l’integrazione tra hub creativi e territorio
attraverso l’innovazione tecnologica.
L’azione include interventi di riqualificazione e ammodernamento delle
imprese che operano nel comparto turistico per potenziare il loro
livello di digitalizzazione; promuovere modelli innovativi di
organizzazione del lavoro anche attraverso lo sviluppo dei network e
altre forme di aggregazione; sviluppare le competenze, digitali e non,
degli operatori del settore favorendo l’accesso ad una formazione
qualificata.
Infine “Percorsi nella Storia” è una azione profonda che vuole
coinvolgere tutto il territorio introducendo un nuovo modo di fruire
il patrimonio. Si tratta del cosiddetto “turismo lento”, un modo di
viaggiare e di gestire i flussi dei visitatori che apre alla
valorizzazione di nuovi territori, in chiave di sostenibilità e
autenticità, anche grazie alla creazione e l’offerta di cammini,
percorsi ciclabili, percorsi ferroviari, riscoperta di aree
archeologiche.

(infografica)

Fonte: PROPOSTA DI PIANO NAZIONALEDI RIPRESA E RESILIENZA gennaio 2021