Montante aveva chiesto a suo compare Arnone di fare uccidere Cicero, oggi suo principale accusatore: lo ha rivelato l’otto giugno del 2018, al Procuratore Paci, il pentito Pietro Riggio che avrebbe dovuto essere l’esecutore materiale di tale omicidio

È davvero agghiacciante ciò che ha dettoil pentito Pietro Riggio, sul conto di Antonello Montante, anche nel corso di alcune udienze di importanti processi. Non è un caso che l’ex finto paladino dell’antimafia e compare del mafioso Vincenzo Arnone è ancora indagato per mafia. Secondo quanto riferito dal Riggio, l’otto giugno del 2018, nel corso di un interrogatorio reso in una località segreta dove è rinchiuso, davanti al Procuratore aggiunto di Caltanissetta, Gabriele Paci, è stato proprio l’Arnone, per fare un favore a suo compare Antonello Montante, a fargli sapere che probabilmente sarebbe stato necessario uccidere Alfonso Cicero, perché dava fastidio al Montante. Il Riggio in quella, così come in altre circostanze, ha aggiunto che per queste sue sconvolgenti rivelazioni, sul conto di Antonello Montante, è stato più volte minacciato e di sentirsi, ancora oggi, in pericolo di vita. Non sappiamo se tali sue dichiarazioni siano state riscontrate. Sappiamo però che nei suoi confronti, così come nei confronti del Cicero, teste chiave nei due tronconi del processo di Caltanissetta, a carico di Antonello Montante e dell’ associazione a delinquere da lui capeggiata, già condannato a 14 anni di reclusione, continua l’opera di delegittimazione, più o meno inconsapevole. Paradossalmente anche alcune parti civili, nei processi in corso a Caltanissetta, piuttosto che contribuire ad accertare la verità sul cosiddetto ‘Sistema Montante’, preferiscono accanirsi su Cicero. Stanno cioè sferrando una sorta di attacco concentrico contro il teste chiave del processo, dando l’impressione di sposare le tesi del collegio difensivo degli imputati. Si tratta di un vero e proprio corto circuito processuale che, ovviamente, fa comodo a Montante ed ai membri della sua presunta associazione a delinquere. Tra l’altro andare addosso a Cicero è come sparare sulla Croce Rossa. Si tratta infatti di un uomo visibilmente provato e notevolmente impaurito per le ripercussioni personali e familiari che continua a subire, a causa delle sue continue e circostanziate denunce e deposizioni. Cicero già in passato, prima del 2015, prima cioè di recarsi presso il Tribunale di Caltanissetta per svelare tutti quanti i retroscena del ‘Sistema Montante’, ha rischiato seriamente di essere ucciso per mano del Riggio che aveva, come detto, ricevuto ordini in tal senso dall’amico e compare di Montante, Vincenzo Arnone. Non sappiamo le specifiche ragioni per cui le famiglie mafiose nissene, per ordine di Montante, sempre secondo il racconto di Riggio, avessero deciso di uccidere Cicero, da loro ritenuto pericoloso, perché era una persona integerrima, e perciò non corruttibile.

Se tali rivelazioni di Riggio, e le altre pesanti accuse dei pentiti Barbieri e Di Francesco, trovassero gli opportuni riscontri, basterebbero da sole per decidere l’eventuale rinvio a giudizio per mafia dell’ex falso paladino dell’antimafia.

A seguire su questa terribile vicenda potete prendere visione ed ascoltare un puntuale servizio del giornalista di Teleakras Angelo Ruoppolo: