Taormina attacca i magistrati e punta il dito sulle collaborazioni con Montante: ” il mio assistito puntava sul loro appoggio”

Sempre più pesante il clima sulla magistratura e sul sistema Montante. Sembra di essere davanti ad un vaso di pandora mezzo scoperchiato e ancora in parte non svuotato. Tra veleni e verità giudiziarie, Taormina mette in evidenza che, Montante il suo potere lo ha guadagnato con l’appoggio di magistrati e politici dal potere facile. Un ‘attacco mirato e che sa di micidiale contropiede verso coloro che, fin’ora , non sono stati toccati dalle inchieste. Si ha la sensazione che, Montante, parlando ,potesse scoperchiare del tutto il vaso, fatto di intrighi di potere, di falsa lotta alla mafia, allargando i confini delle indagini, sulle collaborazioni criminose. Incuriosisce molto questo cambio di strategia difensiva. Dal silenzio del primo grado al rovescio in appello. Sembra come voler dire: “Se non mi tirate fuori da guai il conto non lo pagherò solo io“. E al centro degli interessi torna la gestione dei beni confiscati. Un altro dimenticato è Angelino Alfano, amico stretto di Montante ed ex Ministro dell’Interno. L’agitazione di Montante di questi giorni, farà aumentare l’acido cloridrico gastrico all’ex ministro?

Chi sono questi magistrati che lo avrebbero sostenuto? Perchè si gioca sull’equivoco? Quante inchieste pilotate ci sono state? Quanti amici sono stati aiutati e salvati e in quale parte della Sicilia? L’attacco di Taormina è anche contro la Procura di Caltanissetta . Anche questo è un modo per dire che, le toghe ” sono tutte le stesse”. Un gioco pericoloso per salvare qualche furbo magistrato che ha sostenuto Montante all’interno di quella magistratura che ha sempre protetto gli amici di sinistra e di certi partiti? Non è vero. Taormina sta tirando fuori una strategia mirata. Quasi un messaggio di ultima spiaggia prima dell’annegamento. Montante sa tante cose e spera che qualcuno lo salvi altrimenti dirà tutto.

I magistrati non sono tutti uguali E ci sono tante toghe che non si fanno influenzare e che non fanno politica. Ci sono toghe che hanno rispetto della dignità umana e che sono consapevoli, prima di accusare, di dare in pasto ai giornali l’indagato, che un loro errore, può distruggere la vita ad una persona. Altri, invece, sono senza scrupoli e anche spietati e lo dimostrano le recenti inchieste del caso Palamara. In prims la poltrona

Caltanissetta, processo Montante. Avvocato Taormina: “Sostenuto da magistrati e politica”
I traditori li avete visti transitare in quest’aula e non e’ difficile capire chi fossero. Personaggi come Cicero, con il quale stava lottando alla mafia e poi, per ragioni che stiamo cercando di capire, ha preso un’altra strada”. Lo ha affermato l’avvocato Carlo Taormina, legale di Montante, parlando con i cronisti, al margine del processo in corso nell’aula bunker del carcere di Caltanissetta nei confronti dell’ex leader di Confindustria Sicilia e di altri quattro imputati.
Certamente – ha detto Taormina – non bastera’ un’altra udienza per sentire Montante e probabilmente ci sara’ un confronto con Cicero”. Poi ha aggiunto: “La verita’ e’ che in Sicilia avete avuto una grande occasione di liberarvi dalla mafia, ma non ne siete stati capaci e avete preferito trovare il primato dell’essere mafiosi. Taormina si e’ poi soffermato sui rapporti tra Montante e i magistrati. “Montante poteva contare sul loro sostegno. Erano intese forti e costanti nella scelta delle iniziative da assumere. Era un appoggio che veniva manifestato in maniera sistematica e continuativa. I magistrati sono state persone particolarmente vicine nelle iniziative che andava assumendo. Ha parlato di Scarpinato, Sava, Lari, Gozzo. Vi erano rapporti istituzionali”.

Taormina ha anche aggiunto che l’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo, propose a Montante di ricoprire l’incarico di assessore e al suo rifiuto si rivolse alla Marcegaglia la quale gli rispose che Montante era troppo utile a Confindustria. “I rapporti con la politica – ha concluso Taormina – sono stati moltissimi e tutti di natura istituzionale”.

Fonte: Il Fatto NIsseno