Il presidente della Commissione Regionale per il rilascio in Sicilia delle autorizzazioni ambientali VIA e VAS, il prof.Aurelio Angelini ha oggi testimoniato al processo per diffamazione contro l’ex sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto, scaturito da una querela della famiglia Catanzaro di Siculiana. Ha ribadito che la discarica in questione è stata realizzata e gestita in maniera illegittima. Il 2 dicembre sarà la volta degli sltri due testi del Petrotto: l’ex assessore regionale con delega ai rifiuti, il magistrato Nicolò Marino e l’ex sindaco di Siculiana, Giuseppe Sinaguglia

Oggi il prof. Aurelio Angelini ha testimoniato a mio favore nel corso di un’udienza di uno dei tanti processi per diffamazione imbastiti contro di me dai fratelli Catanzaro di Siculiana. All’udienza odierna era presente uno dei tre fratelli, esattamente Giuseppe Catanzaro. Il prof. Angelini, che attualmente ricopre l’incarico di presidente della Commissione Regionale per il rilascio delle autorizzazioni ambientali VIA e VAS, ha confermato in toto ciò che aveva scritto nella relazione allegata al ricorso contro la mega discarica di Siculiana-Montallegro, gestita dai tre fratelli Catanzaro, presentato nel 2010 dall’allora sindaco di Montallegro, il Dott. Manzone. Il professore universitario Aurelio Angelini che è tra l’altro uno dei massimi esperti d’Italia in materie ambientali, ha ribadito che tale mega discarica, strappata ai comuni di Montallegro e Siculiana quindici anni addietro, dalla famiglia Catanzaro, ed ampliata a dismisura, è stata realizzata e gestita in maniera illegittima. Discarica che è stata oggetto anche di un sequestro giudiziario nel 2019. Per un vizio formale, senza entrare nel merito del decreto di sequestro giudiziario, la Corte di Cassazione, nell’aprile del 2020, l’ha dissequestrata. Il relativo procedimento penale è ancora comunque pendente presso il Tribunale di Agrigento. Ad essere ancora sottoposti ad indagine sono i tre fratelli Catanzaro: Lorenzo, Fabio e Giuseppe. Quest’ultimo, Giuseppe Catanzaro, nel 2017 era succeduto alla guida di Confindustria Sicilia ad Antonello Montante, che era stato arrestato e poi condannato a 14 anni di reclusione per associazione a delinquere, corruzione e spionaggio. Ma anche il Catanzaro si è dovuto dimettere, perchè risulta indagato anche lui a Caltanissetta per associazionea delinquere e corruzione. Dal 2019, come detto, Giuseppe Catanzaro è inoltre sotto inchiesta anche ad Agrigento.

L’avvocato difensore di Salvatore Petrotto, Ignazio Valenza, sentirà alla prossima udienza il magistrato Nicolò Marino, che all’epoca dei fatti riportati in piú articoli dall’ex sindaco di Racalmuto, a proposito delle illegittimità commesse nel realizzare e gestire quella discarica, rivestiva la carica di assessore regionale con delega ai rifiuti. Anche il Marino, così come il Petrotto, è stato preso di mira dai Catanzaro attraverso una serie di querele culminate tutte quante in delle assoluzioni. Sarà sentito, anche lui, come teste a favore dell’ex sindaco Petrotto, anche l’ex sindaco di Siculiana, Giuseppe Sinaguglia che, allorquando rivendicó la proprietà e la titolarità della gestione della tanto contesa discarica, fu raggiunto da un avviso di garanzia, per concorso esterno in associazione mafiosa, ed il suo Comune venne sciolto per mafia. Nel 2012 il Sinaguglia è stato definitivamente prosciolto da quelle pesanti accuse. Ricordiamo che era stato inquisito assieme all’allora comandante dei vigili urbani Callea, all’allora capo dell’ufficio tecnico, Amato ed all’allora responsabile della discarica Meli, anche loro assolti. Erano accusati ingiustamente, tutti e quattro, di ostacolare con metodi estorsivi l’attività di smaltimento dei rifiuti della famiglia Catanzaro.