Morto per un malore. La famiglia accusa il 118. Inchiesta della Procura di Agrigento. L’utilità delle associazioni private di soccorso

E’ accaduto che un agrigentino di 48 anni, preda, in provincia di Bergamo, di un malore provocato da una gastroenterite è stato soccorso e ricoverato. E poi dimesso dall’ospedale. Lui, a lavoro in Lombardia come dipendente di Amazon, è rientrato ad Agrigento dove ha accusato ancora un grave stato di malessere. I familiari hanno telefonato al 118. Ebbene, gli stessi familiari sostengono che l’ambulanza sia giunta dopo mezzora, senza medico a bordo e con uno sportello rotto per il quale è stato perso altro tempo. Addirittura il fratello del paziente ha rimediato attaccando lo sportello con un filo. Il 48enne è morto durante il tragitto. Ecco perché hanno presentato un esposto alla Procura, e la Procura di Agrigento, di conseguenza, ha avviato un’inchiesta per omicidio colposo al momento a carico di ignoti. E’ stata disposta l’autopsia.

Sarebbe opportuno che, a fronte di episodi del genere, purtroppo non tanto isolati, la Regione valutasse l’utilità di concludere delle convezioni con tante associazioni private di soccorso che operano in tutte le province siciliane. Ad esempio, una è ad Agrigento, un’altra a Campobello di Licata, e un’altra a Canicattì. Si tratta di personale formato, con attestati dell’assessorato alla Salute. Le ambulanze sono omologate come quelle del 118. E dunque potrebbero essere impiegate a supporto e integrazione del 118, risparmiando sui costi anche del 50%.