Creditori Girgenti Acque, marcia su Palermo

Iniziativa della Cna di Agrigento: manifestazione oggi a Palermo di alcuni creditori di Girgenti Acque innanzi alla Presidenza della Regione. L’intervento della Confederazione.

 

“Un tavolo tecnico- istituzionale alla presenza di tutti i soggetti coinvolti nella vicenda e individuazione delle possibili soluzioni”. È l’esito dell’incontro che la delegazione della CNA Agrigentina ha avuto a Palazzo d’Orléans con l’assessore regionale, Marco Zambuto, e il Capo di gabinetto vicario del Presidente Musumeci, Eugenio Ceglia. Nella sala blu, dopo il sit davanti alla sede del governo siciliano, sono stati ricevuti il segretario provinciale della Confederazione, Claudio Spoto, l’ avvocato Stefano Catuara, assieme all’avvocato Giuseppe Luca Sciortino, e l’imprenditore Calogero Calafato. “Abbiamo illustrato ai due nostri interlocutori, che ringraziamo per la disponibilità mostrata – afferma Spoto – i passaggi più significativi della paradossale situazione che di fatto vede lo Stato debitore nei confronti di una ventina di imprese agrigentine rispetto aopere di manutenzione fornite dalle stesse al servizio idrico integrato durante la gestione commissariale prefettizia, nel periodo che dal 16 marzo, data in cui viene dichiarata l’insolvenza di Girgenti Acque, e il 2 agosto, giorno in cui si è insediata l’Aica. Il credito complessivo ammonta a circa 1milione di euro. Ci hanno assicurato – prosegue Spoto – che la delicata questione sarà attenzionata e rappresentata con sollecitudine al presidente Musumeci. Nei prossimi giorni attorno al Tavolo saranno convocati il prefetto di Agrigento, il commissario Venuti, a cui era affidata la conduzione del servizio nel periodo in questione dopo le dinamiche giudiziarie di Girgenti Acque, il presidente del tribunale fallimentare di Palermo e la CNA che tutela le imprese. Ma noi abbiamo anche delineato i possibili Interventi concreti da mettere in campo. La prima opzione con la Regione, anche per tramite degli istituti di credito regionali(Irfis e Icra) impegnata ad acquisire il credito vantato dalle imprese, la seconda riguarderebbe l’approvazione di un apposito disegno di legge e la terza ipotesi che la Regione si metta in prima linea, assieme a noi, nella interlocuzione con il governo centrale, a cui questa spinosa vicenda è riconducibile. Sia il capo di gabinetto vicario che l’assessore Zambuto hanno convenuto di approfondire la materia e di individuare, nel giro di poco tempo, – conclude Claudio Spoto – il percorso da intraprender unnie per la soluzione delle gravi criticità che rischiano di mettere in ginocchio le imprese, gravate da una pesante sofferenza economica”.

A Palermo, al palazzo di giustizia, innanzi al Tribunale fallimentare, si sono seduti i creditori delle società Girgenti Acque e Hydortecne, fallite a giugno dello scorso anno, per l’esame dello stato passivo. Il giudice deciderà su ciascuna domanda di pagamento, a fronte anche delle eventuali eccezioni del curatore fallimentare, a quelle rilevabili d’ufficio e a quelle formulate dagli altri interessati. I tre curatori fallimentari, Vittorio Viviani, Giovanni Battista Coa e Filippo Lo Franco, hanno predisposto un piano di liquidazione. Ad inizio del confronto giudiziario i creditori di Girgenti Acque sono stati 415, e quelli di Hydortecne sono stati 189, per un totale di 604. Ebbene, oggi, a Palermo, innanzi a palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione Sicilia, come detto, hanno manifestato alcuni creditori, circa una ventina di imprese, sostenute dalla Cna, la Confederazione nazionale artigianato, piccole e medie imprese di Agrigento. Il presidente Francesco Di Natale e il segretario Claudio Spoto hanno ulteriormente sottolineato anche nei palazzidella Regione: “Otto mesi dopo si torna ancora una volta in piazza a protestare. Non molliamo e non lasceremo nulla di intentato. L’iniziativa, finalizzata a sensibilizzare e richiamare l’attenzione delle Istituzioni della Regione, si rende necessaria in quanto non è più differibile la soluzione al dramma che stanno vivendo questi operatori economici. E’ di circa 1 milione di euro la somma che complessivamente dovranno percepire in riferimento al periodo che va dal 16 marzo, data in cui è stata dichiarata l’insolvenza della società, al 2 agosto, giorno di insediamento del nuovo soggetto, l’Aica, costituitasi per mano pubblica. A fronte di servizi essenziali, regolarmente garantiti attraverso interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti idrici, fognari e della depurazione, queste imprese si vedono negare un legittimo credito, rispetto al quale hanno anche contratto debiti con i fornitori, da cui hanno acquistato il materiale, e pagato regolarmente operai e relativi contributi previdenziali. E’ un’emergenza sociale ed economica della quale sembra non volersene occupare nessuno, con l’aggravante che a commissionare le opere e le prestazioni di beni e servizi è stata un’articolazione dello Stato, e precisamente un commissario nominato dalla Prefettura che è la massima autorità istituzionale in rappresentanza del governo nel territorio provinciale. E noi infatti ci siamo mossi anche a livello nazionale, interessando della delicata questione, grazie ad una interrogazione parlamentare dell’onorevole Perconti, i ministri dell’Interno, della Salute e dello Sviluppo Economico. A questo tassello abbiamo fatto seguire l’avvio di una apposita azione legale, con l’assistenza dell’avvocato Stefano Catuara. Ed in questo complesso contesto la Regione non può e non deve diventare spettatrice di una partita importante per il presente e per il futuro, in cui, per intenderci, in assenza della disponibilità delle imprese che assicurano gli interventi, si corre il serio rischio che non possa essere garantito un servizio pubblico indispensabile per le comunità dell’Agrigentino, tra l’erogazione dell’acqua e la manutenzione degli impianti, le cui disfunzioni e guasti potrebbero determinare emergenze sanitarie. Queste imprese hanno lavorato per conto dello Stato e non possono e non debbono essere abbandonate”.

teleacras angelo ruoppolo