Matteo Messina Denaro compie 60 anni. Un boss protetto dai misteri sulle stragi

Matteo Messina Denaro come la Dea Eris che rappresentava, per i greci, in vari modi la discordia, la miseria e il dolore. Oggi è il suo compleanno. Gli daranno ance la pensione?

Nel nome della sua cattura tutto è il contrario di tutto è stato visto e fatto. Manca solo la verità sulla sua misteriosa latitanza che dura da quasi 30 anni


Matteo Messina Denaro e la sua latitanza: un “gioco” per alcuni, una pestilenza per molti e per i carrieristi antimafia una manna dal cielo

Soffermarsi sull’ultima cazzata investigativa che vedeva addirittura Matteo Messina Denaro in Olanda è davvero tempo sprecato. Negli anni, gli abbagli presi da alcuni investigatori , sono numerosi. Tanto numerosi che cominciano anche a puzzare di depistaggio. Già il depistaggio. Un sistema che in Italia ha trovato sempre linfa vitale ,soprattutto nelle stanze misteriose del potere romano. Un potere strategico, occulto e collegato a strutture molto forti e abili nel creare anche campagne mediatiche di massa, con l’obiettivo di depistare pure l’opinione pubblica. Anche la potente azione giudiziaria e mediatica su Castelvetrano non ha tolto il boss dalla latitanza. Una città distrutta, decine d’inchieste e Lu siccu libero. E’ chiaro l’errore commesso da alcuni investigatori. Terre bruciate , cerchi stretti ma senza centrare l’obiettivo. Una cosa è certa: la vecchia linea dei potenti non è mai stata toccata dalle inchieste. Strano. Marmaglia tanta.

I flop , spesso, hanno trovato giustificazioni mediatiche con i soliti fiancheggiatori di turno che hanno consentito la solita” fuga prima che arrivassero i poliziotti. Il boss è stato capace pure di far finire in depressione alcuni PM che hanno scaricato le loro frustrazioni sul primo malcapitato.

I fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro ormai sono diventati una categoria sociale. Negli anni , ne sono stati messi sotto inchiesta migliaia. Il boss , ha, secondo le inchieste, fiancheggiatori, ovunque. Neanche la CIA, ha una rete così fitta di collegamenti. Anche gente che non ha mai visto il boss e non sa neanche come è fatto e non ha mai avuto nessun rapporto tangibile ed interesse, per alcuni pm e stampa collegata ,andava considerata “fiancheggiatore”.

La Giustizia a geometria variabile e senza strategia vincente

“Lu scrusciu” aiuta ad evitare di far capire che, nonostante anni di ricerche e milioni di euro spesi, ancora non si ha una linea certa da seguire. Fare rumore su Messina Denaro aiuta tanto. Carrieristi e giustizialisti si sono nutriti e ancora si nutrono su questa latitanza . Brodo , tanto brodo. Libri e cazzate senza fine. Ma la verità rimane una sla:perchè non è stato ancora preso?

Minchia cu ci capita sutta. La mafia e l’arresto del super boss, purtroppo è cosa molto seria . Non è un gioco mediatico. La lotta vera alla mafia e alle sue infiltrazioni nelle stanze di potere vere, è altra cosa. Le passerelle e le bombe mediatiche servono a poco. Non si può essere introvabili da 30 anni con il solo appoggio di qualche vecchio boss o con l’aiuto di qualche fanatico senza cervello. E a rigor di logica, neanche con migliaia di presunti fiancheggiatori presi a strascico . Più lunga è la catena è più facile è romperla. L’azione dello Stato, seppur tardiva , nel tentativo di prendere Matteo Messina Denaro, ha avuto diversi punti deboli ma anche effetti positivi. Sono stati azzerati gruppi di mafiosi “terza categoria” che turbavano ancora certi territori.

Sono state spezzate alcune corde che legavano ancora la mafia del territorio ad alcuni politici. Sono state sterilizzate alcune fonti di riciclaggio ma non è stata ricostruita una nuova fase economica libera dal bisogno e dai condizionamenti. Lo Stato ha fatto vedere i muscoli ma ha risolto poco. La mafia si nutre di bisogno e sfruttamento e oggi i territori sono molto ricchi di questi nocivi fermenti. Si può dire che, i veri colpi alla struttura Messina Denaro spa, sono stati inferti fino al 2010.

Nessuno ha chiesto a Grigoli quali fossero gli amici dentro il comune di Matteo

Dopo la condanna di Giuseppe Grigoli che parla del sistema mafioso castelvetranese a tutto tondo , senza stranamente suscitare l’interesse di qualche pm sui collegamenti con comune e professionisti, i veri amici del Boss hanno cambiato tiro e aria. .Poi sono rimaste poche le occasioni di lauti guadagni. Potevano truppe di poco conto coprire una latitanza così pericolosa? Siamo seri. Qualcuno ha approfittato della sua latitanza. Certa antimafia, alcuni carrieristi senza scrupoli ,come i cavalieri crociati in terra santa, nel nome del contrasto alla mafia e alla libertà del boss, hanno usato ogni mezzo per fare azioni punitive ad ampio raggio , spesso senza prove certe e generando la bomba dei facili sospetti.

Lo cercano e non lo trovano e ogni tanto si crea lo scoop

Messina Denaro secondo alcuni pentiti , non godrebbe di buona salute. Addirittura si parla di interventi chirurgici subiti. Ha anche quasi 60 anni. Difficile non aver bisogno di un medico. Alla sua età , nessun uomo può fare a meno di cure. Almeno nella media un uomo sessantenne necessita di controlli alla prostata e anche al cuore. Eppure , nonostante la pandemia, il boss è libero. e sembra non aver bisogno di cure. Sarà vaccinato? Avrà il green pass? Una cosa è certa: qualche fiancheggiatore “vero” ne capisce di medicina. Poi magari ci sono i fiancheggiatori che lo aiutano a farsi beccare da alcuni Pm in buonafede e anche quelli che sanno gestire il suo tesoro senza farsi beccare . Come dire: pochi fiancheggiatori ma buoni. Buoni anche a depistare a futtiri gente per depistare. In attesa dell’arresto vero, rimaniamo in attesa del prossimo avvistamento o dell’ennesima operazione su fiancheggiatori più o meno fittizi. Non ci resta di chiedere alla Dea Eris di smetterla di proteggerlo . Di rovina, con la sua latitanza misteriosa, ne ha già generato abbastanza

Fonte :News web