Il guastafeste il sistema alla fine

Di Emilio Tringali.

È un miracolo che ancora reggo. Me lo dico spesso, guardando in alto. Nel mio piccolo, ho fatto tanto per svelare le menzogne che ho rilevato faticosamente. Ma perché è difficile comunicarle, è solo a motivo che manca tempo e diffusione? No, il sistema lo sa, reagisce, tessendoti attorno una ragnatela sempre più fitta di apparenti episodi innocui. Devo citare un film per farmi capire: Matrix. Perché il sistema è come Matrix. Lo attacchi e si rigenera, all’infinito. Ma il segreto della sua invincibilità sta nella capacità dei suoi sudditi di adattarsi al cambiamento imposto. La cosiddetta “gente”, o “cittadini”, che non può fare a meno della “raccomandazione”, che si è abituata a non fare niente per niente, pronta al cambio nel guardaroba illusorio delle casacche. “Menti raffinatissime”, architetti millenari della società, hanno elaborato dei principii fondamentali basati sui limiti dell’essere umano e su i suoi bisogni impellenti. Quanto si resiste senza cibarsi e senza bere? Come si sopravvive senza cure? Ma, soprattutto, cosa si è disposti a tollerare pur di non rischiare l’esclusione sociale? Sempre per restare nella cinematografia, esemplare è “I tre giorni del condor” (su YouTube c’è), film interpretato da un sensazionale Robert Redford, dove il “sistema” ci è svelato, come il motivo per cui vincerà sempre. Ma sarà davvero così? O forse il “sistema” si sta trovando innanzi un elemento refrattario al condizionamento psicologico? Forse ci siamo. La natura. Le sue risorse che cominciano a non poter soddisfare la curva di crescita del consumismo, con la conseguenziale pressione della crescita demografica, stavolta attiva e con aspettative diverse dalla rassegnata sottomissione. Il “sistema” deve creare costantemente “nemici”. I periodi si susseguono matematicamente in una formula prestampata: guerre regionali, terrorismo, stretta sulla sicurezza, emergenza sanitaria, guerra globale. (continua sul primo commento)

Ma soprattutto, abolizione dei diritti, repressione dell’informazione, instupidimento massivo attraverso la comunicazione grezza individuale. In generale, l’eliminazione del professionismo personale e l’indottrinamento formativo che cela condizionamenti subliminali. Il tutto in un circuito lasciato gestire all’intelligenza artificiale, dall’elettronica fino alla robotica. Oltre l’imposizione di una lingua unica, d’utilità tecnica. Vallo a sbrogliare questo groviglio! … Però non ci resta che cominciarci, altrimenti ne saremo assimilati.