Lampedusa, stop al rubinetto di cocaina

Procura e Carabinieri di Agrigento ritengono azzerata la riserva estiva di cocaina a Lampedusa dopo l’arresto di Blandina. Indagini per risalire a monte dell’approvvigionamento.

Ignazio Umberto Blandina

L’arresto di Ignazio Umberto Blandina, 60 anni, il maxi sequestro di cocaina, e il commento a freddo del procuratore reggente di Agrigento, Salvatore Vella: “Lampedusa si conferma oggi come una delle maggiori piazze di spaccio di cocaina dell’intera Sicilia. E’ una realtà in cui la sostanza è venduta mediamente a prezzi più alti rispetto alle altre piazze siciliane. E ciò per via della grande domanda di stupefacenti in un territorio così piccolo, soprattutto nel periodo estivo quando l’isola è invasa da migliaia di turisti”. E poi Vella ha rivolto un plauso ai Carabinieri, così: “Ottimo il lavoro e il controllo del territorio svolto dai militari dell’Arma di Lampedusa e della Compagnia di Agrigento”. Infatti, i militari, coordinati dal maggiore Marco La Rovere a capo della Compagnia di Agrigento, alcuni giorni addietro si sono accorti di un anomalo andirivieni di persone intorno alla casa di Blandina, ristretto agli arresti domiciliari. E dunque, la notte del 9 luglio, è scattata la perquisizione domiciliare. E l’esito è stato alquanto stupefacente, tra oltre 24 chili di cocaina in parte confezionati in panetti, bilancini di precisione e denaro contante per migliaia di euro. Il sostituto procuratore Gianluca Caputo, in accordo con il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Francesco Provenzano, che ha convalidato l’arresto in flagranza di reato, ha disposto il trasferimento in carcere, ritenendo ricorrente il pericolo della reiterazione del reato. Adesso l’interrogativo è dove Blandina si sia rifornito di cotanta cocaina, una quantità reperibile solo nell’ambito di un traffico di ampio rilievo geografico e sostanziale. Infatti, Ignazio Umberto Blandina da solo non avrebbe avuto la disponibilità delle centinaia di migliaia di euro necessarie per comprare i 2400 grammi di cocaina. La droga sarebbe stata destinata al mercato estivo lampedusano, soprattutto tra i turisti appassionati della polvere bianca. La riserva sarebbe stata azzerata. Nel febbraio del 2004 Blandina è stato arrestato per avere incendiato l’automobile Toyota Corolla Station Wagon del sindaco dell’epoca, Bruno Siragusa, oltre che per altri attentati incendiari tra cui all’Ufficio tecnico comunale. E nel 2016 per detenzione di pochi grammi di cocaina e spaccio. Il fratello, Giuseppe “Pippo” Blandina, gravitante nel traffico e nello spaccio di droga intorno alla Capitale, è stato ucciso ad Ostia il 12 giugno del 1999, dopo essere scampato ad un altro agguato, il 26 febbraio del 1998.

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