La mafia di Brancaccio e Ciaculli, i 31 indagati che rischiano il processo

Arriva la conclusione delle indagini per decine di persone indagate nell’ambito dell’operazione antimafia che nel luglio scorso ha dato un duro colpo alle cosche di Palermo, afferenti al mandamento mafioso di Ciaculli e Brancaccio. Per 31 indagati la richiesta della procura adesso sarà quella di portarli davanti al giudice per essere giudicati.

L’operazione dei Carabinieri e Polizia hanno messo in luce estorsioni, anche con l’imposizione di operai nei cantieri edili, spaccio di droga, detenzione armi, il controllo delle scommesse clandestine e l’intestazione fittizia di alcuni beni. Il 17 maggio scorso in 31, tra boss e gregari dei clan di Brancaccio e Ciaculli, erano finiti in manette e adesso la Procura si appresta a chiedere il loro rinvio a giudizio: qualche giorno fa è stato infatti notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 42 persone. Il blitz antimafia fu la prosecuzione di un’altra operazione, denominata “Stirpe” che era scattata nel luglio 2021 e che aveva visto l’arresto di 16 persone.

Le accuse spaziano a vario titolo di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, detenzione e produzione di stupefacenti, detenzione di armi, favoreggiamento personale ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. Le indagini sono state avviate dalla squadra mobile di Palermo e dal servizio centrale operativo nel 2019 e avrebbe permesso di fare luce sull’organigramma delle famiglie mafiose nel mandamento di Brancaccio che comprende le famiglie mafiose da Corso dei Mille a Roccella.