Il magistrato Marino ha impugnato, al Consiglio di Stato, l’ordinanza con cui è stata sospesa la sua nomina a procuratore aggiunto di Caltanissetta

Il magistrato Nicolò Marino, con il ricorso d’urgenza n° 9905, presentato presso il Consiglio di Stato, ha impugnato l’ordinanza con cui il TAR ha sospeso la sua nomina a procuratore aggiunto di Caltanissetta, a seguito del ricorso del suo collega Pasquale Pacifico.
A questo punto la decisione riguardo a questa controversa elezione da parte del CSM, finita sub iudice, dovrà essere presa a breve, e non a maggio del 2023, come precedentemente stabilito.
Tale questione, come è risaputo, incide sullo svolgimento di un importante processo, quello relativo al cosiddetto ‘Sistema Montante’ che, in caso della riconferma della nomina di Marino a procuratore aggiunto di Caltanissetta, dovrebbe essere trasferito a Catania. Si tratta a questo punto di una decisione necessaria per evitare una situazione di incompatibilità, in quanto il Marino è parte civile nell’ambito di tale processo, in cui è stato sottoposto a giudizio, per rivelazione di segreti d’ufficio e concorso in associazione a delinquere anche l’attuale presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. Tra gli altri imputati eccellenti di questo secondo troncone del processo- Montante, trenta in tutto, compaiono l’ex presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, gli ex assessori regionali Mariella Lo Bello e Linda Vancheri, l’attuale sindaca di Naro, Maria Grazia Brandara e l’ex comandante di Stato Maggiore dei Carabinieri, nonché ex Comandante dei Servizi Segreti Civili Nazionali (AISI), il generale Arturo Esposito, oltre al delfino e successore alla presidenza di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro. Ci riferiamo all’imprenditore agrigentino che, sino al 2018,  si è occupato prevalentemente di gestione di rifiuti e che continua ad occuparsi, malgrado sia stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere, corruzione ed altro, di intercettazioni telefoniche ed ambientali, attraverso una società che opera per conto di decine di Procure e di Tribunali. Ricordiamo inoltre che dell’altro troncone del processo, che si è celebrato col rito abbreviato, ed il cui appello si è concluso il 9 luglio, le motivazioni avrebbero dovuto essere depositate ad ottobre. Quando finalmente tali motivazioni verranno depositate, avremo la possibilità di capire quali sono state le ragioni che hanno convinto il Collegio giudicante, presieduto da Andreina Occhipinti, a condannare ad 8 anni di reclusione l’ex paladino dell’antimafia Antonello Montante, a 5 anni il capo della security di Confindustria, Diego Di Simone Perricone ed a 3 anni e sei mesi il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis.