Gay Pride 2022
“Signori, consentire l‘evento in parola, ma anche maggiormente concedere i patrocini degli Enti da voi presieduti è stato un grave errore antropologico, ancor prima che politico“.
“La tendenza omosessuale è una tendenza ad agire in modo disordinato rispetto alle finalità del proprio corpo: si tratta di un disordine evidente fra il pensiero e la realtà, e tradurre la tendenza omosessuale in atto omosessuale significa aggravare questa situazione di disordine“.
Circa la c.d. stepchild adoption, i referenti del Popolo della Famiglia, citando l’agenzia informativa La Nuova Bussola Quotidiana, hanno osservato che
“…alla fine la stepchild agirà come un cavallo di Troia, e prima o poi dovremo acconsentire anche al riconoscimento automatico dell’omogenitorialità realizzata all’estero.Ciò avverrà conseguentemente, poiché in precedenza non abbiamo giudicato l’omosessualità nella sua essenza come un atto disordinato, abbiamo erroneamente già acconsentito alla legge Cirinnà sulle unioni civili omosessuali, né abbiamo voluto respingere in toto la pratica della fecondazione artificiale. Mentre invece non abbiamo provveduto all’unica cosa che dovevamo fare: difendere e promuovere la famiglia naturale secondo art. 29 della nostra Costituzione”.
“Sulla base di tutto quanto sopra, al Presidente della Regione Toscana e al Sindaco di Firenze diciamo che da parte loro è stato un grave errore antropologico, ancor prima che politico, non soltanto consentire l‘evento in parola, ma anche maggiormente concedere i patrocini degli Enti da loro presieduti. Su di loro pesa quindi la responsabilità dell’aggravamento della situazione di disordine, che evidentemente non è solo personale, come si diceva prima, ma anche sociale.
Poiché nelle parate dei Pride si sono abitualmente verificati episodi in cui i cittadini sono stati offesi nel loro sentimento religioso e nel comune senso del pudore da immagini, slogan e atteggiamenti volutamente provocatori e dissacranti, raccomandiamo al Prefetto Francesca Ferrandino di voler prendere provvedimenti affinché nessun cittadino di Firenze venga umiliato nella sua dignità e nella sua fede. A Lei, Signor Prefetto, il compito di tutelare tutti in egual misura. Non esiste infatti alcuna libertà, o presunta tale, in nome della quale si possa essere legittimati ad offendere e irridere una popolazione intera, nel suo territorio, nella sua Storia, nei suoi princìpi.Indirizziamo questa missiva a tutte le Istituzioni della nostra città, civili e religiose, poiché il Pride la coinvolge ad ogni livello. All’Arcivescovo della nostra Diocesi, S.E. Giuseppe Betori, esprimiamo dunque la nostra solidarietà, nel momento in cui la città del Fiore dovrà subire a breve l’imposizione del suddetto evento, i cui protagonisti hanno dimostrato di comportarsi in modo sistematicamente irrispettoso verso la religione cattolica e i suoi simboli“.