PUTIN HA ASSASSINATO EVGHENI PRIGOZHIN

da William Beccaro | 24 Ago, 2023

La guerra seguita all’invasione russa dell’Ucraina ha avuto la sua prima vittima eccellente.

Non è Vladimir Putin, non è Volodymyr Zelens’kyj, ma è Evgheni Prigozhin: il capo dei mercenari al soldo del Cremlino, cioè a dire la Wagner.

E la notizia nella notizia è che l’aereo sul quale viaggiava è stato abbattuto su ordine di Putin, il quale, dato per debole, per morente, per dittatore al tramonto, sembra, invece, godere di buona, ottima, salute.

Che un po’ fosse propaganda, lo sappiamo tutti: non fosse altro che dal 25 febbraio 2022, cioè dal giorno successivo l’invasione, Putin è dato come il “dead man walking” del braccio della morte.

545 giorni da che questa nenia va avanti, con l’inevitabile effetto che la credibilità dei media, che se ne sono fatti megafono, tende un po’ a scemare.

Rispetto a un anno e mezzo fa, la sola cosa che sappiamo è che ogni giorno sono rimasti sul terreno, tra morti e feriti, almeno un migliaio di uomini russi e ucraini: una notizia che dovrebbe farci inorridire.

Non è così perché non sono caduti “nostri”, ma “loro” e quindi possiamo guardarli come fossero semplici numeri di un war game.

Per la cronaca anche la morte di Evgheni Prigozhin, è la morte di un uomo, per quanto esecrabile: un uomo.

Ucciso da un dittatore, dal sanguinario Vladimir Putin, dal suo padrone al quale aveva morso la mano: un azzardo, rivelatosi suicida, sul quale troppe poche domande ci siamo fatti e troppe poche domande continuiamo a farci.