Contro ogni forma di violenza

Di Tiziana Teodosio

Ciascuno, in una società patriarcale, ha introitato gli stilemi, i limiti, i modi, ha costruito il suo bias cognitivo del ruolo stereotipato che egli o ella ha nella società e ha imparato ad assegnare ruoli agli altri attorno a sé, per costringersi ad accettare ciò che è inaccettabile: la prepotenza di limitare la libertà di espressione del prossimo.
Tu sei donna e devi essere come ‘la società’ vuole che tu sia, altrimenti non sei donna, non sei la donna perfetta e se non sei perfetta devi essere emarginata o, peggio diventare il capro espiatorio.
Ma lo stereotipo di genere genera mostri anche con gli uomini: devi cedere alla mia lusinga, altrimenti non sei uomo. L’uomo vero lo vuole mettere sempre, ovunque e comunque.
E così via.
I capri espiatori sono spesso destinatari di meccanismi di transfert: accuso la vittima di turno di fare o essere quello che io vorrei fare o essere e non ho il coraggio di fare o essere o l’accuso di fare quello che in realtà faccio o sono io.
E così nasce l’esigenza della pecora nera, nasce il branco, per sentirsi dalla parte del giusto, individuando volta per volta quello (e più spesso quella) che infrange lo stereotipo di turno.
Spesso si attacca proprio quella persona che agisce con rispetto, con sensibilità, perché si capisce che quella non si vendicherà mai, che è estranea alle logiche di violenza.
A questo si aggiungono le dinamiche del branco, la minimizzazione dell’atto violento, del bullismo, della violenza psicologica.
Si finge di ignorare o si ignora per davvero il pianto o la richiesta d’aiuto della vittima, per non mettersi in discussione, per non scoprire di essere inconsapevolmente dei bulli, di essere le scimmie volanti del narcisista di turno o il narcisista o la narcisista di turno.
Una sorta di rivalsa: il bullo di turno, che in realtà è infelice e soffre la sua condizione di costrizione, individua la persona libera che infrange il suo stereotipo di essere vivente, che è ella stessa, e la attacca, la provoca per sperimentare, con una sorta di coazione a ripetere, per sfidarla a rivelare che essere liberi è sbagliato, che poi si perde oppure a consegnarle la pietra filosofale della libertà.
Ebbene la pietra filosofale è il rispetto.
Agisci sempre avendo l’altro come fine e mai come mezzo. Ama il prossimo tuo come tu stesso meriti di essere amato o amata, cioè immensamente perché sei perfetta o perfetto così come sei perché non potresti esistere, se non fossi tu, perché sei il successo evolutivo dell’umanità. Sii umano, resta umana. Tiziana Teodosio contro ogni violenza 24 novembre 2023