Lavoro, Flp: l’aumento di un terzo dei lavoratori pubblici genererebbe un+10% di pil per il Paese

Un interessante articolo di Silvia Valente su Milano Finanza “Basta «con assunzioni tappabuchi, serve un piano straordinario di assunzioni». Anche perché un aumento di un terzo della forza lavoro nella pubblica amministrazione nei prossimi 3 anni comporterebbe un aumento del pil per il Paese del 10%. Questo il quadro fornito da Marco Carlomagno, segretario generale del sindacato della FLP – Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche. Il grande piano di potenziamento dell’organico nella pubblica amministrazione di fatti «si autofinanzia», in quanto le assunzioni sono «intese non come mero costo ma come investimento: un nuovo organico, più numeroso e competente, da un lato assicurerebbe maggiore produttività e una pa più efficiente e, dall’altro, genererebbe un naturale aumento dei consumi interni». I problemi della pa Non solo l’organico della pa è sottodimensionato tra il 30% e il 50%, contando 3 milioni e 238mila unità dopo una riduzione di circa 37mila unità negli ultimi 30 anni. Per di più, le modifiche alle disposizioni in materia di accesso alla pensione hanno determinato un significativo incremento dell’età media nel pubblico impiego. Infatti, stando ai dati Istat, a livello di anzianità, la pa italiana è passata in 20 anni da un’età media di 43,5 a 49,8 anni. L’aumento dell’età media si riverbera anche sul tema della digitalizzazione, su cui infatti la Corte dei Conti ha stimato una carenza di 65mila professionalità tecniche, a fronte di una «formazione necessaria ma che stenta a decollare» precisa Carlomagno. Oggi, in media, un dipendente della pa ha meno di un’ora di formazione all’anno e, nonostante l’annuncio del ministro Zangrillo sull’aumento della formazione a 30 ore/anno, l’obiettivo è difficile da raggiungere perché non ci sono le coperture economiche. In breve, «occorre integrare i fondi del Pnrr, che sono stati visti esclusivamente da un punto di vista strutturale, con competenze, assunzioni di personale, innovazione e un radicale cambio di quei processi delle pubbliche amministrazioni ancora obsoleti, ancora legati a modelli feudali», conclude Carlomagno.” https://lnkd.in/d4-TvBmX