Castelvetrano , la Saiseb e il dossier “Mafia e Appalti” nelle mani di Paolo Borsellino

Nella recente puntata della trasmissione “Far West ” su Rai 3 , l’avvocato Trizzino genero di Paolo Borsellino, ha fatto  rifermenti al dossier “Mafia e Appalti” . Quell’inchiesta poco amata da mezza procura  di Palermo . E’ giusto ricordare che quel dossier, ritenuto molto interessante da Borsellino, venne stranamente  archiviato da alcuni Pm palermitani, poi diventati paladini dell’antimafia.

Anche nel recente libro del  Generale Mori si parla di questa vicenda :

“Legami tra gruppo Ferruzzi e Riina, ma la procura di Palermo insabbiò tutto” l’ex generale dei Ros Mario Mori: “La verità sul dossier Mafia-Appalti” .Il libro che svela molti misteri

In questi giorni è tornato in prima linea l’argomento dell’inchiesta su mafia e appalti. Argomento dimenticato da diversi magistrati. Una vicenda misteriosa e spinosa allo stesso tempo. In quel comitato c’era la vera essenza del potere di quegli anni. L’accordo tra politica, mafia, burocrazia , massoneria e pezzi della chiesa e con un solo scopo: fare soldi con i lavori pubblici. E in quel tempo di soldi in Sicilia ne arrivarono a “minchia china ” . Molti i giornalisti che hanno taciuto per dare retta a trattative  e complotti vari. Il vero catalizzatore erano i soldi e la gestione dei voti attraverso lo sfruttamento dello stato di bisogno . In questo vortice di  “picciuli”,  la mafia cambiò pelle. A suon di fucilate riuscì ad entrare nei salotti che contavano . Il giro riguardava anche le aziende del Nord.  Questo blog ne aveva già parlato , andando contro corrente. Di sicuro , Matteo Messina Denaro di questo “coppo” sapeva molto. La sua famiglia ha guadagnato montagne di soldi. 

Ancora una volta Castelvetrano “ci trasi” 

Durante la trasmissione di Rai 3 si fa anche il nome di Catti De Gasperi e Gardini

  Come abbiamo già scritto,  Angelo Siino disse tante cose su questo comitato d’affari. 

Vi ricordate la SAISEB? Quella delle fognature di Marinella di Selinunte e del contenzioso milionario perso dal comune di Castelvetrano e tanto cara a Siino? Fatevi una vostra idea e continuate a leggere

Il mafioso Siino  a Castelvetrano, fino al 1992 era di casa. La sua società la ” Siino Costruzioni” al  comune di Castelvetrano  aveva un canale “aperto” in virtù del patto dei Messina Denaro con i  corleonesi.

Siino, come dirà nei verbali giudiziari, aveva l’appoggio incondizionato dei Messina Denaro

La sua  società già lavorava  con il comune dal 1986. Nel 1988  ottiene un   contratto per un appalto   che guarda caso finisce in un contenzioso 

La magistratura assente per anni. Borsellino indagava da solo

 

Era il periodo del  “metodo Siino”, quello che accontentava tutti: impiegati e politici  Una sorta di corruzione a pioggia, senza troppe domande
Tutto emerge dopo il suo arresto e la decisione di diventare collaboratore di giustizia. Da lì a poco cominciano a scattare gli arresti: imprenditori e mafiosi. Ma anche funzionari pubblici di mezza Sicilia. Anche a Castelvetrano  vengono arrestati anche l’ingegnere Attilio Bandiera, progettista dei lavori della rete fognaria di Selinunte e Gaspare Rizzo, funzionario del comune di Castelvetrano (fratello del boss Pino Rizzo). Nell’inchiesta finiscono altri tecnici locali  . Secondo l’accusa, tra il ‘91 e il ’92, Bandiera avrebbe intascato assieme ad altri funzionari del Comune, una tangente di 113 milioni di lire per pilotare la gara d’appalto. Mentre Gaspare Rizzo avrebbe provveduto, in cambio di tre milioni a velocizzare l’emissione dei mandati di pagamento. Nel 2012 la SAISEB vince un contenzioso milionario con il comune di Castelvetrano . L’ufficio legale soccombe

Il ruolo della SAISEB e la sua forza politica e istituzionale

La S.A.I.S.E.B. Spa e la Tordivalle Costruzioni Spa, fondata nel 1929, dall’ ingegnere Piero Catti Degasperi (cognome della moglie figlia dell’ex presidente DC) che lui ed i suoi discendenti hanno ereditato) con sede a Roma, si è sempre occupata di appalti nei lavori pubblici, di strade, dighe e bonifiche tanto che tra il 1969 e il 1970, cioè negli anni immediatamente successivi al sisma che devastò la valle del Belice, ha avuto  appalti per decine di miliardi. Fu coivolta nell’opera più mafiosa di sempre: i lavori di costruzione delle infrastrutture,  nella zona di Garcia . La diga che costò la vita a Mario Francese. Tanti i lavori  nella valle del Belice. Dagli anni 70, la S.A.I.S.E.B. Spa ha radicato le sue attività in Sicilia, tanto che il suo nome finisce in  una informativa dei ROS inviata, in data 16 febbraio 1991, all’allora Procuratore aggiunto della Repubblica di Palermo, dottor Giovanni Falcone, all’interno di un quadro complesso di legami tra imprenditoria e mafia. Nella sentenza di condanna della Corte di assise di Apello di Palermo a Totò Riina si parla estesamente della  SAISEB  e della Tor di Valle spa.  Anche nella sentenza di condanna di Mannino  è ben citata questa azienda .

 

La SAISEB aveva un grande promotore : ANGELO SIINO. Una presenza condizionante che nessun Pm vedeva nonostante le informative. Il collegamento tra la mafia e molte scelte operate dal comune di Castelvetrano venne solo intuito da Borsellino.

L’ operazione SAISEB , fu appoggiata dai politici della prima repubblica che gestirono il potere tra il 1988 e il 1992. Nonostante inchieste scandali, la SAISEB continuò ad operare a Castelvetrano, anche con la Giunta Bongiorno che, per avere fermato i lavori delle fognature di Selinunte per due mesi,  aprì un contenzioso che ancora i castelvetranesi stanno pagando. Un errore che è costato oltre 5  milioni di Euro con un ufficio legale che invece di trovare un accordo transattivo ha resistito in giudizio, facendo lievitare i costi in modo spropositato. Tutta la vicenda SAiseb e il suo contenzioso meriterebbe un’inchiesta giudiziaria. Troppi errori e troppe strane coincidenze. Ma siccome a Castelvetrano pagano soli i fessi ,chi ha portato questo notevole danno alla comunità castelvetranese non paga e se la ride.

LA Civica amministrazione di Castelvetrano affidò all’impresa Saiseb S.p.a., l’appalto per i “lavori di potenziamento ed ampliamento della rete fognante e risanamento igienico della frazione di Marinella di Selinunte, del territorio interessato e delle sue zone di espansione”. I lavori vennero consegnati a dicembre del 1991 dal sindaco Vito Li Causi che prese atto della gara pubblica. I lavori iniziarono il 7 gennaio 1992, e dovevano terminare entro 14 mesi.

L’amministrazione Comunale guidata dall’ex sindaco Bongiorno   impose alla SAISEB la sospensione – Dal 27 luglio al 31 agosto 1993 per incompatibilità dell’esecuzione degli stessi con la presenza dei turisti nel periodo estivo.. I lavori si fermarono per varianti varie e  dal 1° agosto all’11 settembre 1994 per gli stessi motivi turistici, dopo aver ripreso le attività vennero ancora fermati.

A causa delle sospensioni imposte dall’Amministrazione comunale, la Saiseb , per giustificare alcuni ritardi, denuncia l’Ente, ottenuto la condanna del Comune di Castelvetrano al risarcimento dei danni subiti per la protrazione dei tempi dell’appalto determinata dalle sospensioni e per i periodi di forzata inattività.

Quindi la richiesta di risarcimento dei danni non deriva dalla stipula del contratto di appalto avvenuta il 10 dicembre 1991, sottoscritto dallo scrivente (sindaco, si ripete, dal 29.10.1991 al 31.12.1991) ma dalla sospensione dei lavori avvenuta, su decisione dell’amministrazione comunale. L’appalto Saiseb per le fognature di Selinunte che fu oggetto d’inchiesta giudiziaria prevedeva una spesa di 15 miliardi delle vecchie lire pari a a 30 milioni di Euro circa. Di solo contenzioso il comune ha pagato oltre 5 milioni  di Euro. Questa vicenda è un mistero senza fine. La Saiseb era tra le aziende indagate dai ROS

DAI TRIBUNALI

Dalla sentenza SAISEB – COMUNE di CASTELVETRANO

 La Corte d’appello di Roma, con sentenza del 5.9.11, ha respinto
l’impugnazione proposta dal Comune di Castelvetrano contro il lodo del 24.5.04 con
il quale il collegio arbitrale, nel dirimere la controversia insorta con S.A.I.S.E.B —
Società per Azioni Italiana Strade Edilizia Bonifiche s.p.a. in relazione ad un
contratto d’appalto avente ad oggetto l’ ampliamento della rete fognaria ed il
risanamento igienico della frazione di Marinella di Selinunte, lo aveva condannato a
pagare alla società appaltatrice la somma di E 2.632.831,31 a titolo di risarcimento
del danno cagionatole dalla sospensione dei lavori dovuta alla redazione di una
perizia di variante e suppletiva che prevedeva opere aggiuntive per un importo
eccedente il quinto d’obbligo.

INCHIESTE

In un ordinanza del tribunale di Caltanissetta, dove  4 magistrati  accusarono diverse aziende  di  illecito e  di manipolazione degli appalti , la Saiseb risulta essere la più  citata .In un interrogazione parlamentare si parla di una città Siciliana (Lentini) “che si è trovata nelle condizioni tipiche del ricatto, di dover per forza procedere ad affidamento di un appalto alla Saiseb ,con il risultato di spendere 24 Miliardi per un lavoro appaltato di poco piu di 2 (più del 1000% in più).

In un reso conto della commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia del Senato come in commissione bicamerale  si parla della Saiseb.

 Nei documenti , si parla del  coinvolgimento del ex Presidente della Repubblica, Scalfaro e del  presidente Andreotti che a sua volta ,tramite Salvo Lima, aveva contatti con queste società. Molti articoli di giornale parlano di comuni Siciliani come Castelvetrano che è stato ridotto sul lastrico per i lavori affidati alla Saiseb  e lievitati oltre misura. 

Il debito con il comune di Castelvetrano

La sentenza  esecutiva costringe  il Comune di Castelvetrano a pagare all’azienda romana 3.200.000 euro, per un contenzioso che risale agli anni ’80, periodo in cui la Saiseb eseguì i  lavori di rete fognaria di Selinunte. La Corte d’Appello di Palermo ha dato ragione, dopo 20 anni, alla Ditta. Tre sindaci hanno avuto la questione nelle mani. I dirigenti della Saiseb sanno aspettare e pare conoscano molto bene le debolezze del sistema locale

 

Da un articolo di Mario Francese

La diga di Garcia, interamente finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno su progetto del consorzio di bonifica dell’alto e medio Belice, a che cosa serviva? E perché attorno alla diga si è creato un deserto di mafia, in cui oscuri interessi hanno scatenato contrasti, appetiti e una corsa quasi piratesca per l’aggiudicazione degli appalti di opere che dovranno convogliare le acque del serbatoio di Garcia verso Trapani ed Agrigento? Il direttore del consorzio di Bonifica dell’alto e medio Belice dottor Mirto mi ha anticipato, pochi giorni prima della soppressione a Ficuzza del colonnello Giuseppe Russo, che i consorzi dell’alto e medio Belice, Delia – Nivolelli e basso Belice – Carboy hanno già presentato alla Cassa del Mezzogiorno il progetto di massima per l’irrigazione di 21 mila ettari di terreno, ricadente nei tre consorzi (trapanese e agrigentino). Il costo delle opere di convogliamento dell’acqua, dalla diga (tubazioni principali) fino alle bocche di utenza, è previsto in 110 miliardi. Il progetto è in fase di approvazione e molte sono le imprese, tra cui la Saiseb di Roma (di cui il colonnello Russo era diventato consulente) che aspirano ad eseguire le opere.

Fonte: Blog web, documenti

Ass. Verità e Giustizia