La guerra “a colpi di dossier” contro il magistrato Nicolò Marino

I contrasti di Marino con Crocetta, con il sen. Giuseppe Lumia e con gli esponenti di Confindustria si erano acuiti nel corso del 2013, quando furono effettuati i primi accessi abusivi su Marino. Quest’ultimo ha riferito che nell’ottobre del 2013 aveva avuto un incontro con Montante, Ivanohe Lo Bello e il sen. Giuseppe Lumia in un albergo catanese, nel corso del quale Montante aveva affermato di essere pronto anche ad affrontare una guerra a colpi di dossier

Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo su questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Questa serie pubblicherà ampi stralci delle motivazioni della sentenza di secondo grado sul processo Montante

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Il giudice di primo grado, oltre a ricordare le dichiarazioni di Cicero circa le minacce di Montante di avere informazioni privilegiate e di essere in condizione di utilizzarle contro chi volesse avversarlo, valorizzava le risultanze della perquisizione nella c.d. “stanza segreta” di contrada Altarello; quindi esaminava partitamente le ragioni per le quali, per ciascuno dei soggetti dei quali Graceffa su richiesta di Di Simone e De Angelis aveva estratto informazioni riservate, il Montante poteva avere motivi di astio o propositivi ritorsivi.

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In particolare:

Nicolò Marino, dopo essere stato nominato assessore regionale all’Energia nella Giunta Crocetta, pure sostenuta da Montante, aveva manifestato l’intenzione di superare il sistema oligopolistico di gestione delle quattro discariche di rifiuti, gestite da privati (tra i quali le imprese di Giuseppe Catanzaro, vicino al gruppo confindustriale siciliano) con autorizzazioni ritenute da Marino illegittime. Egli ha riferito ai P.M. della strenua opposizione che incontrò da parte degli ambienti più vicini a Montante, anche all’intemo della Giunta, quando mise in atto il suo progetto di recupero dell’intervento pubblico rispetto all’egemonia dei privati, soprattutto dopo le sue iniziative per ripristinare le pregresse attribuzioni del suo assessorato in materia di rilascio di Autorizzazioni Integrate Ambientali, che fino ad allora erano state lasciate in mano all’assessorato Territorio e Ambiente.

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I contrasti di Marino con Crocetta, con il sen. Giuseppe Lumia e con gli esponenti di Confindustria si erano acuiti nel corso del 2013, quando furono effettuati i primi accessi abusivi su Marino. Quest’ultimo ha riferito che nell’ottobre del 2013 aveva avuto un incontro con Montante, Ivanohe Lo Bello e il sen. Giuseppe Lumia in un albergo catanese, nel corso del quale Montante aveva affermato di essere pronto anche ad affrontare una guerra a colpi di dossier. E Cicero ha riferito di avere appreso in quel periodo da Catanzaro che Montante disponeva di un video sulla vita privata di Marino, che era pronto ad utilizzare contro di lui.

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Le ricerche sull’ex assessore e sui suoi familiari erano poi avvenute il 7.7.2016, dopo una sua intervista al quotidiano “La Sicilia” del 13.3.2016 in cui parlava negativamente del “sistema Montante”. Gli accessi alla banca dati avevano ad oggetto anche le autovetture nella disponibilità di Marino; e il 14.6.2016 Montante e Catanzaro (le discariche del quale Marino intendeva sottoporre a controlli per segnalate irregolarità) discutevano di cercare il numero di targa della macchina dell’ex assessore.

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