“Stupro a Palermo”: i sei maggiorenni in pendenza di giudizio

La Procura di Palermo deposita istanza di giudizio immediato a carico dei sei maggiorenni componenti del branco che ha stuprato Asia lo scorso 7 luglio.

La Procura di Palermo ha depositato nella cancelleria del Tribunale l’istanza di giudizio immediato a carico dei sei maggiorenni componenti del branco che lo scorso 7 luglio a Palermo, al Foro Italico, ha stuprato Asia, 19 anni. Tecnicamente il giudizio immediato lo si dispone quando ricorre l’evidenza della prova, e, di conseguenza, si scavalca il filtro dell’udienza preliminare, preposta a valutare se le ipotesi di reato contestate sono sostenibili a processo. I sei sono Angelo Flores, ex fidanzato di Asia, poi Gabriele Di Trapani, Christian Maronia, Cristian Barone, Samuele La Grassa, ed Elio Arnao. La Procura dei minorenni lo scorso 28 novembre ha proposto il rinvio a giudizio del settimo imputato, Riccardo Parinnello, adesso di 18 anni ma lo scorso 7 luglio ancora minorenne di 17 anni. La prima udienza preliminare a suo carico è in calendario il 9 gennaio. Secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri, dal racconto di Asia, dai video dello stupro registrati e diffusi dal branco, dalle conversazioni tra gli imputati registrate di nascosto quando sono stati convocati in caserma o nelle loro chat, la ragazza, in un locale della “Vucciria”, nel centro storico, sarebbe stata indotta a bere fino ad ubriacarsi, e così condotta in un cantiere abbandonato e isolato, e violentata per ore. Asia li ha denunciati, li ha riconosciuti quasi tutti e poi ha affrontato l’incidente probatorio per cristallizzare le prove, ribadendo le accuse in presenza di tutte le parti in causa: “Volevo stare solo con Angelo Flores, con il quale avevo una relazione sentimentale. Non è vero che mi sono appartata con i sette per avere con loro un rapporto di gruppo. E’ stato Flores a riprendere gli abusi col cellulare e a condividerli con gli amici. Ho incontrato il gruppo alla Vucciria, nel centro storico, ho bevuto, mi sono allontanata con loro, raggiungendo il Foro Italico”. Il Tribunale del Riesame ha rigettato una dopo l’altra tutte le istanze di scarcerazione. Inizialmente solo Riccardo Parrinello, in quanto minorenne, è stato ospite di una Comunità. Si è mostrato e dichiarato pentito di quanto commesso. Il giudice per le indagini preliminari gli ha creduto. Poi, invece, durante il suo soggiorno in comunità, ha pubblicato dei video su TikTok e ha inviato dei messaggi WhatsApp ad un amico. E alcune sue frasi sono state una sorta di sfida: “Chi si mette contro di me si mette contro la morte”, “Le cose belle si fanno con gli amici”, “Sto ricevendo tanti messaggi da ragazze: ragazze ma come faccio a uscire con tutte siete troppe…”, “Ah volevo ringraziare a chi di continuo dice il mio nome: mi state facendo solo pubblicità”, “Arriviamo a mille followers così potrò fare la live e spiegarvi la situazione com’è andata realmente…”, “Mi piace trasgredire”, “La galera è il riposo dei leoni”. Ecco perché Parrinello è stato trasferito in carcere. Agli atti dell’inchiesta vi sono anche alcuni audio. Ad esempio, un “vocale” che Parrinello ha inviato ad un amico un’ora dopo lo stupro di gruppo: “Compà l’ammazzammu… ti giuro a me matri l’ammazzammu… ti giuro a me sviniu… sviniu chiossà di na vota… minchia sette… u vo capiri, manco a canuscevo io compà… ficimu un macello, n’addivirtemu”. L’amico lo critica: “Però così è brutto”. E lui risponde: “Troppo forte, invece”. Adesso i sei maggiorenni hanno facoltà di scegliere di essere giudicati in abbreviato, beneficiando dello sconto di pena di un terzo se condannati.

teleacras angelo ruoppolo