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Le Baccanti di Euripide al Teatro dell’Efebo: chi intontisce oggi i popoli?

Testo di Francesco Principato

Fotogallery di Diego Romeo

Tragedia controversa Le Baccanti di Euripide, il dibattito fra studiosi che ne evidenziano il forte richiamo al rispetto degli dei e quelli che vi incontrano un’aspra critica agli abitanti dell’Olimpo non si è mai risolta, e in 2400 anni di rappresentazioni è sempre stata funzione della messinscena propendere per la prima interpretazione o per il suo opposto.

L’origine divina di Dioniso, generato da Zeus e la mortale Semele, è messa in dubbio e contestata da Penteo, re di Tebe e figlio di Agave, sorella di Semele. Il dio del vino e protettore del teatro e di ogni piacere fisico e mentale arriva allora a Tebe per compiere la sua vendetta contro la famiglia miscredente e la punizione sarà atroce: la baccante Agave, obnubilata dai baccanali orditi da Dioniso, farà scempio del suo stesso figlio.

In una scenografia minima, formata da un tronco di piramide a centro scena, ma arricchita dallo sfondo del sito archeologico della latomia di Akragas, l’allestimento del regista e attore Daniele Salvo è incentrato sul preponderante ruolo delle Baccanti, che in tutta la recita non si limitano al classico ruolo del coro ma diventano espressione viva e vivace della festa dionisiaca, rappresentano il contrasto tra ragione e istinto, tra ubbidienza e ribellione, a tratti ballerine goduriose o dolenti testimone del dolore e della follia.

Nella prima parte del dramma, la proposta scenica di Daniele Salvo, fra musiche e suoni vocali quasi siderali, tralascia l’ortodossia della rappresentazione classica per tracimare in aspetti del teatro grottesco se non addirittura dell’assurdo: la recitazione sembra voler sottolineare l’irrealtà della circostanza e non solo le Baccanti ma anche Tiresia e Cadmo sembrano apparire al di fuori di ogni paradigma del teatro antico. Va sottolineato che questa scelta artistica ha reso lo spettacolo più brioso e tutta la parte propedeutica all’epilogo della vendetta divina scorre piacevolmente. Merito anche del disegno delle luci, dei costumi difformi, ma anche delle grotte e ipogei del giardino dell’Efebo integrati nella scena. E poi per la destrezza delle recitazioni:  Dioniso/Daniele Salvo è l’unico a mantenere compostezza divina e crudeltà; Penteo/Michele Lisi perde la ragionevole lucidità e cede ai detestati baccanali cadendo nella trappola mortale; il vecchio Cadmo, dopo la prima apparizione quasi grottesca in compagnia di Tiresia/Simone Ciampi, assume il luttuoso atteggiamento di chi tutto ha perso; Agave/Melania Giglio ritorna in se e piange sul figlio smembrato; il messaggero/Silvia Pietta riporta con pathos e trasporto l’amaro epilogo dei baccanali: la tragedia greca chiude nella classicità fra gli applausi del pubblico che non può che chiedersi chi possano essere oggi i protagonisti della immutabile scena umana.

Chi sono i moderni Dioniso, coloro che sono dei in terra? Chi sono coloro che possono manipolare, inebriare, intontire i popoli? Chi sono gli invincibili che possono mettere sotto il loro tallone nazioni e cittadini? E chi sono oggi i moderni Penteo? Chi è disposto a rischiare la vita, a dissolvere vincoli e parentele pur di smascherare un falso idolo o per poter gridare che “il re è nudo”? Oppure il mondo è fatto solo di Tiresia e Cadmo che rassegnati acconsentono a ogni volontà di dei e semidei e solo a tragedia avvenuta invitano Agave ad aprire gli occhi? Domande che da 2400 anni germogliano fra gli spettatori e che oggi, forse, si sono sviluppate anche fra i numerosi spettatori del debutto delle rappresentazioni classiche del teatro dell’Efebo di Agrigento.

regia di Daniele Salvo

Produzione:  Associazione Culturale DIDE/Michele Di Dio Management Amenanos Festival

con

Dioniso: Daniele Salvo

Penteo: Michele Lisi

Agave: Melania Giglio

Cadmo: Alfonso Veneroso

Tiresia / I° messaggero/ Guardia: Simone Ciampi

II° messaggero: Silvia Pietta

Coro:Elena Aimone, Cinzia Cordella, Maria Chiara Centorami, Marcella Favilla, Carlotta Mangione, Silvia Pietta, Odette Piscitelli, Elisa Zucchetti

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