(EX) OSSERVATORIO VITTORIAComunicazione dell’amministratore (ormai unico)

Ancora una querela dagli accoliti di Montante/Luca. Di buono c’è che forse è finalmente arrivata l’occasione per sentire cosa accadde in quel misterioso blitz che uccise un latitante disarmato. Una verità che spaventò le autorità di allora, che all’istante promisero “piena luce” per poi, di fatto, tacere tutte. Nessuna mossa della procura, invece, sulle pubbliche minacce di morte a Emilio Tringali. Forse, chi le ha mosse è un intoccabile, uno sbirromafioso? Si obbedisce forse ad un codice non scritto di tutela, che và oltre la legge, per gli appartenenti ai servizi segreti?
Dal delitto Spampinato ad oggi, nel ragusano, chi opera per l’informazione ai cittadini su fatti gravissimi viene matematicamente perseguitato e perseguito. Eclatante il caso di Carlo Ruta, dove la procura, invece di acquisire le sue dritte, si accanì ferocemente nei suoi confronti, condannandolo al carcere, pretestuosamente, per “stampa clandestina”, un reato del codice Rocco (dei tempi del fascismo). Scomodi e senza raccomandazioni, coraggiosi e liberi, gli scrittori e i giornalisti indipendenti ogni giorno lottano da soli contro mafia, finta antimafia e, soprattutto, Sbirromafia insidiata nelle istituzioni, con sacrificio e orgoglio, con la consapevolezza delle conseguenze e delle ostilità diffuse, dei rischi, dell’assoluta assenza di protezioni e cautele. È il prezzo da pagare per non essere marionetta del sistema, megafono medagliato della menzogna.

Si arrivi dunque alla verità sul delitto Emmanuello, sui suoi possibili legami col “sistema Montante”.

Resistere, resistere, resistere.