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Appalti, altra crociata “trasparenza” dell’Ance Sicilia

L’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, ha accolto un ricorso dell’Ance Costruttori edili siciliani contro un’aggiudicazione milionaria col criterio dell’offerta al minor prezzo. I dettagli.

Lo scorso 23 ottobre, l’Ance Sicilia, ovvero i costruttori edili siciliani, hanno lanciato un allarme concorrenza e trasparenza nelle gare d’appalto in Sicilia. E’ ormai prassi che, per le opere di importo compreso fra 1.000.000 e 5.500.000 euro, le stazioni appaltanti preferiscano ricorrere alla “procedura negoziata”, prevista dal nuovo Codice dei contratti pubblici, a cui sono invitate a partecipare un numero ristretto di imprese scelte attingendo da un apposito elenco, sfuggendo così alla libera partecipazione del mercato e ad ogni possibilità di controllo preventivo dei criteri utilizzati per la selezione delle imprese. L’Ance Sicilia, analizzando i dati reperibili sul web, evidenzia che nel primo semestre del 2024 quasi il 77% di lavori di importo compreso fra 1 e 5 milioni e mezzo di euro è stato aggiudicato con “procedura negoziata”, quindi senza una “procedura aperta” alla partecipazione di tutte le imprese interessate. Più nel dettaglio, nei primi sei mesi del 2024 sono state aggiudicate solo 36 opere con “procedura aperta” per 81,7 milioni di euro, pari al 23,23% dei casi. E sono state aggiudicate 119 opere con “procedura negoziata” per 260 milioni di euro, pari al 76,77%. L’associazione dei costruttori, presieduta da Santo Cutrone, ha dunque inviato una lettera all’assessore regionale ai Lavori pubblici, Alessandro Aricò, invocando un incontro urgente. Aricò è stato pregato di intervenire sulle stazioni appaltanti raccomandando, nel rispetto del principio della “massima trasparenza”, il ricorso alla “procedura aperta” con pubblicazione del bando di indizione di gara pubblica, a tutela degli amministratori pubblici e degli operatori economici. L’assessore Aricò ha condiviso e ha assicurato che un incontro con Ance Sicilia sarà convocato al più presto. E Cutrone sarà ascoltato a breve anche dalla Commissione antimafia all’Assemblea Regionale presieduta da Antonello Cracolici. Ebbene adesso l’Ance ha intrapreso e concluso con successo una crociata contro le aggiudicazioni milionarie degli appalti con il criterio dell’offerta al minor prezzo. I costruttori edili si sono rivolti all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, e hanno contestato tale criterio appena adottato dall’Università di Catania per aggiudicare la gara d’appalto da 19,1 milioni di euro relativa al cantiere del “Centro ospedaliero e polo didattico universitario padiglioni 14, 17 e 19 dell’ex ospedale Vittorio Emanuele”. Ance Sicilia ha rilevato, in sintesi, la violazione dell’articolo 108 del Codice dei contratti pubblici. Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, analizzato il caso e ascoltate le due parti, ha deliberato che il criterio del minor prezzo adottato in tale procedura di gara, che è riferita a lavori di importo superiore alla soglia comunitaria, non è conforme al nuovo Codice dei contratti pubblici. Inoltre, trattandosi di opere superspecialistiche caratterizzate da notevole contenuto tecnologico, sarebbero state aggiudicabili esclusivamente secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, sulla base del migliore rapporto qualità/prezzo, valorizzando non solo gli aspetti qualitativi, ma anche quelli ambientali o sociali connessi all’oggetto dell’appalto. La delibera dell’Anac che ha accolto la tesi dell’Ance Sicilia è adesso valida e applicata per tutte le stazioni appaltanti sull’intero territorio nazionale. E il presidente Ance, Cutrone, commenta: “Ci rendiamo conto che il nuovo Codice dei contratti pubblici si presta a diverse possibili interpretazioni anche in buona fede. Ed è, pertanto, nostro compito richiamare le stazioni appaltanti all’opportunità di accettare il confronto, con l’Anac, con le Istituzioni preposte, con le associazioni di categoria e i professionisti, per evitare di incorrere in interpretazioni azzardate e non coerenti con la normativa che finiscono per escludere dalle aggiudicazioni le imprese più qualificate, a scapito della corretta esecuzione delle opere e dell’interesse collettivo ad una spesa trasparente ed efficiente dei fondi pubblici”.

teleacras angelo ruoppolo

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